alimentazione cani – Debora Segna, addestramento cani, istruttore cinofilo FISC Libertas https://deborasegna.it Addestramento Cani Wed, 18 May 2016 16:50:02 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.4 https://deborasegna.it/wp-content/uploads/2016/04/Favicon-340x340.png alimentazione cani – Debora Segna, addestramento cani, istruttore cinofilo FISC Libertas https://deborasegna.it 32 32 I cani sono quel che mangiano? https://deborasegna.it/2015/10/28/i-cani-sono-quel-che-mangiano/ https://deborasegna.it/2015/10/28/i-cani-sono-quel-che-mangiano/#respond Wed, 28 Oct 2015 15:51:07 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=1560 Cari amici,
vorrei porvi delle domande che mi girano nella testa da diversi giorni. Quali sono secondo voi gli argomenti in campo alimentare di cui si parla poco e sui quali c’è ancora molta ignoranza? Cosa vorrebbe sapere un proprietario di cane o di gatto in fatto di alimentazione e che non riesce a trovare? Che informazioni vorreste trovare più facilmente? Sapete da cosa sono composti i mangimi che date ai vostri animali? Sono davvero così salutari e nutrienti come dicono?

Sapete che alimentarsi con alimenti ricchi di triptofano, un aminoacido presente in molti vegetali, può essere un buon antidepressivo? Il triptofano, stimola la produzione della serotonina, un neurotrasmettitore noto anche come “ormone del buonumore”, che agisce a livello del sistema nervoso centrale ed è fondamentale per regolare l’umore, il sonno, l’appetito, l’apprendimento, la memoria e la digestione.
Inoltre sapete perché alcune razze sono in grado di digerire meglio l’amido (contenuto nei carboidrati) rispetto ad altre razze considerate primitive e ai lupi?

Amylasy copyDa uno studio condotto da un gruppo di ricercatori e pubblicato nel 2014, è emerso che alcuni cani sono in grado di digerire bene i carboidrati perché hanno molte copie del gene amilasi (AMY2B), mentre altre razze, che hanno un numero ridotto di copie di questo gene, non riescono a farlo altrettanto bene.

Lo studio evidenzia che i lupi hanno in genere un numero ridotto di copie e quindi sono più adatti ad avere una dieta prettamente carnivora, mentre i cani hanno usualmente un numero maggiore di copie, ma alcune razze ne hanno molte di più. Il numero di geni sembrerebbe essere collegato al modo in cui queste razze sono state selezionate. Le razze selezionate da cacciatori/raccoglitori come il Siberian Husky o il Dingo Australiano, hanno  un numero ridotto di copie, mentre altre, come il Saluki, allevato da popolazioni di agricoltori hanno addirittura 30 copie dello stesso gene. Anche i cani primitivi dei villaggi dell’Africa hanno una dieta basata in gran parte sul consumo di cereali e quindi hanno sviluppato un’elevata capacità di digerire l’amido.

Non trovate tutto questo estremamente affascinante? Vi siete mai chiesti perché i cani non riescono a tollerare alcuni cibi?

L’alimentazione è un argomento molto delicato e interessante, specialmente in questo periodo in cui si parla tanto di intolleranze e allergie alimentari.

Ci sono inoltre diversi studi che dimostrano come l’alimentazione influisca notevolmente sul comportamento di ogni individuo (animale ed essere umano) e sul suo benessere fisico.

Credo che la frase del filosofo tedesco Ludwig Feuerbach “siamo quel che mangiamo” calzi proprio a pennello, soprattutto in un millennio in cui si parla molto di benessere psico-fisco.

bulldog puppy

Filosofia a parte, le neuroscienze, hanno dimostrato che a seconda del cibo di cui ci si nutre si attivano nel nostro cervello determinate aree encefaliche in grado di far sviluppare o meno, sentimenti e percezioni empatiche. Pertanto, ciò di cui ci nutriamo influenza notevolmente i nostri pensieri, emozioni e comportamenti.

Per gli animali è esattamente la stessa cosa? Quanto è importante nutrirsi bene?

Mi piacerebbe avere i vostri feedback, non solo dagli “addetti ai lavori” ma soprattutto dai proprietari di animali, perché penso che ci siano ancora troppi tabù in fatto di nutrizione e molte leggende metropolitane da sfatare.

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Una slitta per un cane o un cane da slitta? Lo sleddog, uno sport per tutti. https://deborasegna.it/2014/01/12/una-slitta-per-un-cane-o-un-cane-da-slitta-lo-sleddog-uno-sport-per-tutti/ https://deborasegna.it/2014/01/12/una-slitta-per-un-cane-o-un-cane-da-slitta-lo-sleddog-uno-sport-per-tutti/#comments Sun, 12 Jan 2014 21:32:38 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=1270 Oggi vi propongo l’articolo del musher Andrea Schembri, dell’Associazione di sleddog “Cani Avventura“, presente sul territorio Laziale, a Campaegli nel Comune di Cervara di Roma, che in modo semplice ed affascinante ci accompagnerà nel fantastico mondo dei cani da slitta: lo sleddog.
Lo sleddog (sled: slitta – dog: cane) purtroppo è uno sport ancora poco conosciuto ma estremamente interessante, appassionante e  praticabile  da tutti, perché  per chi vuole intraprendere questa disciplina non è necessario possedere un cane da slitta o una slitta attaccata ad un cane ;), ma lo si può fare in molti modi diversi che vanno dal traino sulla neve, a quello su terra e a tutte le altre discipline correlate a questo sport come il dog-trekking, lo skijoring e il canicross.

Andrea, vi “trascinerà” in questo bellissimo mondo, facendovi comprendere al meglio cosa significa fare sleddog e cooperare in modo simbiotico ed empatico con un team di cani.
Per chi volesse avere altre informazioni su questo sport, potete contattare Andrea Schembri.

Buona lettura e buon divertimento :)!!

cane da slitta neve

Nella vita gli esami non finiscono mai“, disse il grande Eduardo De Filippo. Ogni volta che intraprendo una nuova avventura, salendo sulla mia slitta, sento l’eco di queste parole.
Nel Febbraio 1995, dopo aver ricevuto in dono una cucciola di Siberian Husky, razza che per indole e morfologia incarna inequivocabilmente terre selvagge e sconfinate, è iniziato il mio approccio al magico mondo dei cani da slitta.

Quando mi è stato chiesto di scrivere qualcosa sullo sleddog, inizialmente ho accettato con un po’ di reticenza poiché nonostante la mia quasi ventennale esperienza sui trail (piste), mi sento e rimango semplicemente un appassionato. Nell’impegnarmi a scrivere alcune riflessioni sull’argomento, farò solamente dei semplici accenni tecnici cercando di non sottovalutare, un aspetto solitamente trascurato, quello psicologico del vero protagonista di questa disciplina: il cane.
Nel corso dei secoli, l’uomo ha effettuato una selezione delle varie razze canine al fine di poter ottimizzare il loro impiego in molteplici attività. Tuttavia, nell’intento di migliorare l’aspetto  morfologico di ogni singola razza, probabilmente ha tralasciato la natura fondamentale dell’animale ovvero l’individualità.
Se volessimo utilizzare un’analogia con il gioco del calcio potremmo affermare, senza dubbio che in una squadra, tutti i giocatori concorrono alla vittoria con la loro individualità e compiti specifici.

cani da slittaIn egual misura applichiamo gli stessi concetti nello sleddog, con la muta, composta in genere da 4 a 16 cani, che collabora come una squadra ma, come in ogni squadra emerge la figura del Leader, ovvero l’elemento più recettivo e duttile, non necessariamente un capobranco, come i non addetti ai lavori potrebbero pensare, in grado di  rispondere prontamente  ai segnali (comandi), del musher e a mantenere la giusta andatura durante il  percorso.

Tuttavia alla formazione della squadra concorrono anche altri ruoli:

  • Gli Swing-dog subito dietro ai Leader, elementi polivalenti, capaci di  sostituire in caso di necessità un leader e allo stesso tempo comportarsi come dei team-dog;
  • I Team-Dog: la squadra centrale, il motore;
  • I Wheel-Dog subito a ridosso della slitta, i più robusti, quelli  che devono sopportare il peso più gravoso.

Per chi volesse avvicinarsi a questa disciplina, è possibile praticarla anche con un solo cane (Skijoring, Dog-bike, canicross) deve tenere in considerazione, come accennato precedentemente, oltre un’istintiva predispozione del cane, l’eventualità che il nostro amico a quattro zampe, nonostante sia stato selezionato dall’uomo per questo lavoro, possa non avere nessuna voglia di trainare una slitta.
Nel corso della mia esperienza con i Siberian-Husky, ho avuto modo di incontrare alcuni esemplari con una forte e innata predisposizione al traino e altri fortemente reticenti a questo tipo di attività. Per ovviare a questa carenza, un  ruolo fondamentale può essere svolto dal grado di empatia che il musher riesce ad instaurare con i propri cani.

Con il  mio Siberian-Husky sono stato fortunato nell’attività di traino sin dall’inizio. Akela (così si chiamava), appena vedeva una muta che partiva per un allenamento,  si gettava immediatamente al suo inseguimento trainando per 8 km o più il sottoscritto, e la mountain-bike alla quale era agganciata con la linea di traino, come se per lei fosse stata un’attività naturale. Questa esperienza mi ha portato ad una riflessione:  rispettare e non sottovalutare l’istinto atavico e naturale del cane.
Successivamente, allenandomi da solo, non è stato sempre così facile, spesso Akela non partiva senza uno stimolo (altri cani che correvano in team) che attirasse la sua attenzione e la invogliasse a partire.  Non conoscendo in quel momento persone che mi potessero consigliare al riguardo, cominciai ad avere delle difficoltà. In seguito, gradualmente, grazie anche al dog-trekking,  ho cercato di stimolare il suo istinto con “rinforzi” vocali positivi ogni qualvolta eseguiva correttamente delle mie indicazioni. C’è voluto più di un anno, ma alla fine sono riuscito a fare di lei un’ottima Leader.

Da questa esperienza ho potuto capire che  il Dog-trekking, per chi non ha la possibilità di “addestrare” il proprio caneAndrea in slitta introducendolo all’interno di una muta esperta, potrebbe essere fondamentale. Io ho avuto la fortuna di allenarmi in luoghi con numerosi sentieri e incroci, impartendo con naturalezza i primi comandi convenzionali: Hike (partenza), Gee (destra), Haw  (sinistra), Easy (rallenta) e Stop (fermo). All’inizio, contemporaneamente al comando vocale, esercitavo una leggera  trazione sulla linea di traino nella direzione che intendevo far seguire, indicandola allo stesso tempo con il braccio, ed ogni volta che il cane eseguiva correttamente un comando, lo rinforzavo con un bel “bravo”. E’ molto importante stimolare il cane con il timbro della voce e rinforzarlo con gratificazioni verbali.

Il mio piano di allenamento era strutturato in questa maniera:

  • Prima settimana: esecuzione di rettilinei, partenze e stop (quest’ultimo ottenuto attraverso una trazione del cane verso me stesso, al momento del comando;
  • Seconda settimana: solo svolte a destra;
  • Terza settimana: solo svolte a sinistra;
  • Quarta settimana: impartivo tutti i comandi che il cane aveva imparato nelle settimane precedenti.

Recentemente, parlando con alcuni Musher Alaskani, si ragionava sulla necessità di avere comandi univoci per i cani. Questo mi ha trovato parzialmente d’accordo, in quanto se è vero che nella loro realtà professionale, al fine di ottimizzare le mute, c’è un continuo scambio di cani, motivo per cui si rende necessario una uniformità nei comandi, nell’ambito dilettantistico (soprattutto Italiano) è alquanto differente, poichè si verifica molto di rado lo scambio di esemplari fra i musher.

Ritornando all’introduzione allo sleddog e al successivo step di allenamento di un cane da slitta, ritengo che sia opportuno applicare metodi istruttivi percebibili dal nostro amico a quattro zampe come un gioco. Soprattutto nel caso di cuccioloni, che dai 6 mesi di vita in poi, possono inziare il training in modo graduale.
All’inizio si fa sentire una leggera trazione, senza mai caricare eccessivamente su:

  • peso;
  • durata dell’allenamento;
  • incitamento verbale, che non dovrebbe mai essere troppo  enfatizzato, poichè potrebbe sovraeccitare o innervosire troppo i cani fino a stressarli.

E’ altrettanto importante:

  • dare una certa continuità agli allenamenti;
  • allenare il cane a piccoli step, aumentando i tempi di durata del “lavoro” progressivamente;
  • lavorare con giuste temperature: In genere le razze nordiche prediligono temperature piuttosto basse (soprattutto  se inferiori allo 0), anche se alcuni cani possono lavorare con temperature che si avvicinano ai 15 °C. Il surriscaldamento corporeo può inoltre essere soggettivo, ossia, collegato alla razza o all’individualità del cane stesso. Per esempio, molti soggetti non tollerano temperature superiori ai 7 °C, mentre altri possono sopportare temperature leggermente più elevate.

alimentazione cani da slittaE’ necessario inoltre valutare il giusto apporto calorico e la corretta alimentazione per il cane atleta. Qualsiasi tipo di esercizio, impegna l’apparato muscolare in misura superiore alle prestazioni richieste per la routine quotidiana dell’animale. Un’alimentazione equilibrata è quindi  condizione imprescindibile per la copertura del fabbisogno energetico e lo sviluppo dell’apparato muscolare dell’animale e va commisurata, in base alle specifiche necessità: tipologia, intensità del lavoro svolto  e condizioni ambientali. In linea generale i fabbisogni energetici di un cane sono proporzionati al tempo e all’intensità dell’attività sportiva svolta.   Per la prima ora di lavoro il fabbisogno energetico deve essere incrementato del 10%, mentre nel caso in cui il lavoro si protragga  per alcune ore, l’aumento è stimato del 40-50%. Normalmente carboidrati e lipidi rappresentano la fonte energetica principale per il muscolo, ma parlando del lavoro intenso e prolungato dei cani da slitta, sono soprattutto i secondi a costituire la benzina per la propulsione muscolare. Soltanto una piccola percentuale dell’energia metabolizzata deriva dall’utilizzo di carboidrati, infatti diversamente da quanto osservato negli atleti umani, nel cane un “carico eccessivo di carboidrati”,   prima di una gara o di un allenamento,  riduce la resistenza e favorisce la comparsa di un’andatura rigida, per eccessiva produzione di acido lattico. Nei cani atleti, vi è indubbiamente un aumento del fabbisogno di proteine, rispetto a soggetti sedentari. Secondo alcune interpretazioni scientifiche il contributo degli aminoacidi per scopi energetici può essere incrementato  del 5-15% , tuttavia è necessario contenere l’apporto proteico in modo da non far gravare su fegato o reni un sovraccarico di lavoro.

Da non sottovalutare inoltre l’equilibrio idrico, strettamente correlato all’equilibrio termico. In caso di aumento della temperatura corporea, come durante un lavoro intenso e prolungato, viene infatti attivata una dispersione di calore tramite l’evaporazione. Se il calore non venisse disperso, a causa di una scarsa idratazione, si avrebbe un aumento progressivo della temperatura corporea con il rischio di un “colpo di calore”.

Infine è necessario ricordare che comunque l’attività fisica, anche se svolta correttamente e supportata da una adeguata alimentazione,  comporta sempre uno stress e l’usura delle articolazioni, per cui si rende consigliabile la somministrazione di integratori alimentari, i cosidetti agenti condroprotettori, quali glucosamina e condroitina.

La condroitina e la glucosamina sono sostanze chimiche che si trovano normalmente nel nostro organismo e in quello del cane: l’organismo in genere le usa per produrre diverse altre sostanze chimiche coinvolte nella costruzione dei tendini, dei legamenti, delle cartilagini e del liquido vischioso che circonda le articolazioni.

Sono comunque spesso presenti normalmente negli alimenti per cani che si trovano in commercio, specialmente nelle linee sportive.

Fondamentale ricordare, che acqua e cibo (spesso miscelati in un’unica soluzione brodosa) vanno somministrati distanti dall’attività fisica, per evitare spiacevoli inconvenienti, primo fra tutti la torsione dello stomaco.

A conclusione di quanto detto, sperando che questo articolo sia stato percepito semplicemente come una breve cronistoria della mia esperienza, voglio consigliare questo tipo di attività sportiva, a tutti coloro che nutrono una passione per la natura, per gli spazi aperti, ma anche ai proprietari di cani non necessariamente di razza nordica.

Nell’approccio a questo mondo, pensate sempre al vostro cane, senza mai sottovalutate il suo istinto, cercando di interpretare le sue reali esigenze (e non le vostre) e attitudini, senza stressarlo ma  stimolandolo sempre come se fosse tutto un gioco.

Avrei voluto cercare di spiegare in maniera sintetica cos’è per me lo sleddog, ma  risulta difficile, semplicistico e riduttivo Andrea schembridefinirlo  come uno sport invernale,  praticato facendo trainare una slitta da cani nordici su distese innevate. Non è così! Lo sleddog è soprattutto l’ululato dei cani alla partenza, il fruscio dei pattini della slitta sulla neve, il vento gelido che ti sfiora il viso, affrontare la natura con la natura: I CANI . Lo sleddog è uno stile di vita, fatica. Quella fatica che affronti con i tuoi compagni di viaggio e  che ti fa sentire all’arrivo, più carico di energie di quando sei partito, rimpiangendo  il giorno ormai trascorso.

Sleddog is not a sport,it is not a race….it is a lifestyle.

(Lo sleddog non è uno sport, non è una gara…è uno stile di vita.)

Andrea Shembri

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