comportamento di gioco – Debora Segna, addestramento cani, istruttore cinofilo FISC Libertas https://deborasegna.it Addestramento Cani Mon, 04 Mar 2019 20:06:41 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.4 https://deborasegna.it/wp-content/uploads/2016/04/Favicon-340x340.png comportamento di gioco – Debora Segna, addestramento cani, istruttore cinofilo FISC Libertas https://deborasegna.it 32 32 Perché i cani giocano? https://deborasegna.it/2019/03/04/perche-i-cani-giocano/ https://deborasegna.it/2019/03/04/perche-i-cani-giocano/#respond Mon, 04 Mar 2019 19:20:07 +0000 https://deborasegna.it/?p=2036 Nell’immaginario collettivo, molti proprietari di cani credono che quando vedono il proprio cane fare inchini, salti, correre, rotolarsi a terra, o inseguire altri cani lo faccia sempre per gioco.
Ma siamo sicuri che sia proprio così? Spesso, dietro questi comportamenti apparentemente di gioco si possono nascondere stati emozionali non felici, che conducono non di rado verso motivazioni e intenzioni tutt’altro che positive.

I cani utilizzano i comportamenti di gioco non solo per esprimere divertimento e  voglia di interagire in modo equilibrato con i propri simili e umani ma sono soliti usare “segnali di gioco” per esprimere uno stato di disagio, per sdrammatizzare situazioni di tensione che si creano con altri cani e umani, per bullizzare altri cani o e per abbassare i livelli di stress.

Per esempio, in molti non sanno che il famoso “inchino di gioco”, in alcuni cani può essere usato dai cani per spostare/controllare un suo simile o può essere addirittura il preludio di una potenziale rissa.
Ricordate che il gioco, è veramente gioco, quando c’è un interscambio fra entrambe le parti e non quando è solo uno dei due a condurre la partita ;).

Ho tradotto questo articolo dell’etologa Zazie Todd, sul “perché i cani giocano”, nel quale sono spiegate tutte le reali situazioni legate ai comportamenti di gioco.

Buona lettura :)!

Perché i cani giocano?

Nuovi studi mostrano che ci sono molte ragioni per cui i cani giocano e il gioco non è sempre un segno di benessere.

Non c’è niente di più carino che guardare i cuccioli giocare insieme. Ma perché lo fanno? Il gioco ha diverse funzioni, non solo una. Una nuova recensione, di Rebecca Sommerville (Royal (Dick) School of Veterinary Studies, Università di Edimburgo) e altri, prende in considerazione quattro teorie sul perché i cani giocano e trova prove a sostegno di tre di esse.

Rebecca Sommerville mi ha detto in una email:

“Abbiamo scoperto, esaminando un’ampia serie di ricerche, che il gioco non riguarda solo un tipo di comportamento: ce ne sono diversi tipi e ognuno di esso ha uno scopo diverso. Nonostante le credenze popolari, un cane che gioca, o che ci sembra che giochi, non è necessariamente un segno che vada tutto bene. Per esempio: Giocare da solo può essere un segno di noia, mentre quando un cane gioca con altri cani non è detto che tutti stiano effettivamente giocando, potrebbe avere solo un significato unilaterale. Il gioco regolare e reale tra un cane e il suo umano, non ruota intorno ai comandi, ed è importante per rafforzare il loro legame “.

Quattro teorie sul perché i cani giocano

La ricerca esamina quattro diverse teorie sul perché il gioco si è evoluto nei cani. Una teoria è che il gioco aiuta i cuccioli ad apprendere le abilità motorie. Se si osserva  cosa fanno i cani durante il gioco, si potrà vedere che: si inseguono, rotolano sul pavimento simulando combattimenti, montano, raccolgono oggetti con la bocca e li tirano, li mordono o li scuotono come se stessero uccidendo una preda. I cuccioli imparano inoltre quanto possono mordere i loro compagni di gioco (inibizione acquisita del morso) e a giocare facendo degli inchini per mantenere il gioco più a lungo. Attraverso queste attività di gioco, acquisiscono abilità reali, relative a come spostare il loro corpo, procurarsi il cibo e difendersi da soli. Gli scienziati dicono che questa teoria spiega molte cose sul gioco, ma non è la storia completa.

Un’altra teoria è che il gioco è un allenamento per le cose che accadono inaspettatamente: è attraverso il gioco che i cani sanno come riequilibrare il loro corpi quando perdono l’equilibrio e come far fronte a quando qualcosa di sorprendente li fa sobbalzare. Secondo questa teoria, i cambiamenti nel cervello e nei livelli ormonali che avvengono durante il gioco, aiutano i cani a imparare come affrontare i fattori di stress della vita reale. Questa teoria spiega il fatto che i cani amano i nuovi giocattoli ma sono cauti nei confronti di tutte quelle cose nuove che non sono giochi. Spiega anche il modo in cui i cani si possano auto-ostacolare durante il gioco e mettersi in una condizione di svantaggio; questo può essere visto come un comportamento pratico di cui potrebbe aver bisogno in seguito come un modo per disinnescare un’aggressione reale. Ma ancora una volta, questa teoria spiega solo alcuni aspetti del gioco.

La terza teoria su cui hanno trovato evidenze è l’idea che il gioco promuova la coesione sociale tra i cani. Il gioco aiuta i cani a cooperare come gruppo e si incrementa la costruzione di relazioni sociali – nella quale sono presenti anche gli umani. I cani preferiscono giocare con le persone che conoscono, ed è più probabile che si avvicinino al vincitore di una “partita”, ma quando sono loro a vincere una “partita” contro una persona, questo non porta ad un aumento della “dominanza”. Quindi il gioco riguarda la costruzione di relazioni di cooperazione e non una “scalata” di rango sociale. Ma ancora una volta, questa teoria non spiega tutto del gioco.

La quarta teoria che gli scienziati hanno considerato è che il gioco è solo un effetto collaterale di altri processi, come avere troppa energia da “smaltire” o un ambiente deprivato che non fornisce stimoli. Tuttavia, gli ambienti non stimolanti sono legati allo sviluppo di stereotipie (comportamenti ripetitivi), piuttosto che al gioco. Se il gioco fosse legato a troppa energia, allora la giocosità non sarebbe un tratto consistente nei cani. Poiché il gioco è qualcosa che piace agli umani, potrebbe essere un tratto dei cani selezionati per la domesticazione, o essere sorto come conseguenza dell’allevamento per altri tratti, come avere cani con  caratteristiche neoteniche (simili a un bambino). Ma il gioco non sembra essere solo un sottoprodotto di altre cose.

Gioco e benessere nei cani

C’è una crescente enfasi riguardo il benessere animale e quindi la ricerca prende in considerazione anche le implicazioni sul benessere riguardo i diversi tipi di gioco. Il gioco individuale con i giocattoli è un importante attività di arricchimento che è gratificante però in modo sé stante e può anche ridurre lo stress, ma in alcuni casi può riflettere uno scarso benessere (ad esempio, ambiente povero di stimoli, poche interazioni con i conspecifici e scarsa attenzione da parte dell’uomo).

Gli scienziati affermano che il gioco sociale con altri cani è importante per il benessere canino, anche se a volte ci possono essere rischi di lesioni se il gioco si trasforma in aggressività. I cani a cui non è data la possibilità in modo adeguato di giocare con altri cani quando sono giovani, possono mostrare in età adulta comportamenti inappropriati, nel gioco con cani o umani. Se questi comportamenti inappropriati vengono erroneamente interpretati dal proprietario che li considera come un’aggressione effettiva, il cane di conseguenza avrà sempre meno opportunità per poter giocare, perché il suo umano eviterà di farlo interagire con cani e umani per paura, e questa cosa comporterà un minore benessere per l’animale.

Inoltre, a un cane piace anche giocare con gli umani, e preferirebbe giocare con un umano piuttosto che da solo quando c’è un giocattolo in giro. Gli scienziati distinguono tra il gioco indiretto (quando l’essere umano muove un giocattolo per il cane – giocare con un flirt pole  ne sarebbe un esempio, il flirt pole è un bastone sul quale è attaccato un filo com un’esca, es. carne) e il gioco diretto, quando l’uomo e il cane giocano direttamente insieme. Giocare con gli umani può essere gratificante di per sé e può anche migliorare la relazione uomo-cane.

Tuttavia, ci sono anche momenti in cui giocare con un umano può non essere un segno di benessere: quando i cani fanno una mossa giocosa a volte è un modo per sdrammatizzare una situazione di tensione, al fine di  evitare qualcosa di spiacevole da parte dell’umano. In altri casi i cani cercano di smussare situazioni stressanti, attraverso comportamenti di gioco, quando ad esempio lo stesso gioco con l’umano diventa pressante e mirato al controllo, come in tutti quelle situazioni in cui nel gioco vengono dati continui comandi, inducendo il cane alla disciplina piuttosto che a essere spontaneo e affettuoso.

I ricercatori dicono che sebbene diversi studi abbiano esaminato diversi tipi di ricompensa nell’addestramento cinofilo, è necessaria una ricerca sull’uso del gioco come rinforzo positivo. Dicono che usare il gioco per promuovere l’adozione di cani rifugio è un altro esempio di utilizzo del gioco per migliorare il benessere.

Quindi perché i cani giocano?

In definitiva, i cani giocano perché li aiuta a migliorare le loro abilità motorie, costruire coesione sociale e prepararsi ad eventi inaspettati che possano accadere, in modo da poterli affrontare meglio se si dovessero verificare. Differenti livelli di gioco potrebbero avere funzioni diverse, per esempio l’inizio e la fine di una sessione di gioco potrebbero essere particolarmente importanti per la coesione sociale, mentre la parte centrale del gioco potrebbe esserlo per migliorare le abilità motorie e prepararsi a situazioni inaspettate.

La ricerca non ha trovato evidenze per l’idea che il gioco sia semplicemente un effetto collaterale di altri processi, ma ha invece verificato che il gioco in sé non è necessariamente un segno di benessere, anzi in alcuni casi può indicare la presenza di problemi.

Gli scienziati dicono che che altre possibili motivazioni per il gioco necessitano una maggiore ricerca, come ad esempio il capire se il gioco aiuti o meno con lo sviluppo cognitivo o ad affrontare lo stress.

Questa è una ricerca affascinante. L’idea che il gioco abbia varie sfaccettature e che fu probabilmente un tratto selezionato per la domesticazione, è anche supportato dalla ricerca sul gioco nei cani adulti di Bradshaw e altri (2015). Sarà interessante vedere molta altra ricerca su come e perché i cani giochino.

Cosa significa per il tuo cane?

Sebbene la ricerca non consideri specificamente le implicazioni per i proprietari di cani, ci sono alcune cose da tenere a mente.

Il gioco svolge molte importanti funzioni, quindi la prossima volta che vedrete cuccioli giocare, ricordate che non è solo per divertimento, stanno allenando abilità importanti e costruendo relazioni sociali.

Può essere difficile per le persone trovare compagni di gioco giusti per cuccioli, quindi una buona “puppy class” (classe di socializzazione) dovrebbe includere opportunità di gioco, in modo da aiutare il vostro cucciolo a sviluppare abilità che gli saranno utili in futuro. Il gioco dovrebbe essere un’esperienza positiva, quindi aspettatevi che l’educatore lo monitori con attenzione. Se, in ogni momento, avete dei dubbi sul fatto che il vostro cane si stia divertendo, effettuate un test di consenso: separate i cuccioli e vedete se entrambi vogliono tornare a giocare oppure no.

Tenete presente che cuccioli che vengono da allevamenti poco etici (per esempio molti cani comprati nei negozi vengono da allevamenti che non tengono in grande considerazione il benessere animale) potrebbero non avere avuto molte opportunità di giocare con i loro compagni di cucciolata, a causa dell’ambiente in cui sono stati cresciuti. In questo caso potrebbe essere ancora più importante avere sessioni di gioco durante le “puppy class”, in modo che possano imparare i corretti comportamenti sociali.

Se avete un cane che non gioca o manifesta problemi comportamentali potete naturalmente ricorrere all’aiuto di un buon educatore.

Per i proprietari di cani quindi è che è importante giocare con il loro animale, in modo

piacevole e reciproco perché rafforza il legale uomo-animale.

Bibliografia

Bradshaw, J. W., Pullen, A. J., & Rooney, N. J. (2015). Why do adult dogs ‘play’?. Behavioural processes, 110, 82-87. https://doi.org/10.1016/j.beproc.2014.09.023

Sommerville, R., O’Connor, E. A., & Asher, L. (2017). Why do dogs play? A review of the function of play in the domestic dog. Applied Animal Behaviour Science. https://doi.org/10.1016/j.applanim.2017.09.007

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Isolamento sociale: perché un cane non dovrebbe vivere da solo? https://deborasegna.it/2017/12/03/isolamento-sociale-perche-un-cane-non-dovrebbe-vivere-da-solo/ https://deborasegna.it/2017/12/03/isolamento-sociale-perche-un-cane-non-dovrebbe-vivere-da-solo/#respond Sun, 03 Dec 2017 11:27:02 +0000 https://deborasegna.it/?p=1944 L’isolamento sociale per un animale da branco è la forma di maltrattamento psicologico più importante che un uomo possa compiere nei confronti di un cane. I cani che vivono in branco amano condividere molte cose insieme: il gioco, il riposo, il pasto, l’esplorazione di nuovi luoghi, le marcature e le interazioni sociali di vario genere. Se un cane viene isolato dalla sua famiglia canina o umana, privandolo di fatto di coloro che sono le sue ancore affettive più importanti e dei suoi legami profondi, può entrare in uno stato emotivo e psicologico tale da generare comportamenti di origine ansiosa, di frustrazione, di sconforto e di stress, che con il tempo possono portare l’animale in uno stato depressivo a volte senza via d’uscita. Questo accade per esempio a molti cani padronali che vengono abbandonati in strada, a quei randagi che vivono liberi in branco per poi un giorno essere catturati da qualche volontario che li fa finire in un canile o in una famiglia umana, al cane di famiglia che viene lasciato sempre solo in giardino, quando arriva un figlio, o semplicemente può accadere a quei cani che vivendo in una famiglia umana, vengono discriminati per favorire altri cani più belli esteticamente o più “fighi”.
Se decidiamo di condividere la nostra vita con un animale sociale come il cane, dobbiamo entrare nell’ottica che si è una famiglia, un branco a tutti gli effetti e pensare che ogni decisione importante dovrà essere condivisa con lui, se lo vorrà, e presa affinché il cane possa non stare male e non sentirsi mai abbandonato veramente o discriminato dai suoi affetti.

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Quanto può imparare l’uomo dalle interazioni dei cani? Ecco come i cani risolvono pacificamente i conflitti. https://deborasegna.it/2016/11/29/quanto-puo-imparare-luomo-dalle-interazioni-dei-cani-ecco-come-i-cani-risolvono-pacificamente-i-conflitti/ https://deborasegna.it/2016/11/29/quanto-puo-imparare-luomo-dalle-interazioni-dei-cani-ecco-come-i-cani-risolvono-pacificamente-i-conflitti/#comments Tue, 29 Nov 2016 20:00:44 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=1871 Comportamenti naturali e comportamenti indotti

Cari amici, oggi vorrei parlarvi delle strepitose e affascinanti strategie che molti cani sono in grado di adottare per risolvere i conflitti con i propri cospecifici o con gli esseri umani.

Alcune razze, con la domesticazione, hanno un po’ perso o plasmato alcuni dei comportamenti più primordiali, tipici dei loro antenati lupi. Per fare un esempio, la domesticazione e la selezione hanno portato ad un incremento delle vocalizzazioni in alcune razze, come l’abbaio. Sembrerebbe che alcuni cani siano stati selezionati per abbaiare di più per poter cooperare meglio con l’uomo, come nel caso dei cani da guardia o nel caso dei terrier che dovevano abbaiare più frequentemente per avvisare il cacciatore quando trovavano una preda nella tana.

Tuttavia i cani hanno conservato dei comportamenti scolpiti nel loro DNA e trasmessi dai loro antenati, tra cui la capacità di risoluzione dei conflitti. Poiché i cani non vivono in branco naturalmente come i lupi o i cani randagi e selvatici, ma c’è una continua influenza umana, queste capacità dipendono però da una serie di fattori:

  • dalle esperienze che ha vissuto sin dai primi mesi di vita;
  • dagli insegnamenti ricevuti in età giovanile dai propri simili;
  • da una predisposizione genetica individuale;
  • da una predisposizione genetica di razza, perché quelle primitive sono più inclini ad avere le competenze sociali dei lupi.

I cuccioli infatti tendono ad imitare i comportamenti, sia positivi che negativi, dei cani adulti, e se un cucciolo si relaziona con cani socializzati ed equilibrati con tutti, apprenderà i comportamenti di quei cani proprio come se fosse una vera scuola di vita. Tutti gli insegnamenti ricevuti forniranno al cucciolo delle competenze che gli serviranno per comunicare e risolvere i conflitti  con gli altri individui nel migliore dei modi.

I lupi sono molto bravi in questo, perché il più delle volte riescono a risolvere le divergenze senza farsi del male, perché, per loro, ogni membro del branco è fondamentale ai fini della sopravvivenza e del proseguimento della specie. Per tutti gli esseri viventi esiste un solo obiettivo: adottare diverse strategie al fine di vivere più a lungo e trasmettere i propri geni alle generazioni successive.

I conflitti

Innanzitutto definiamo con precisione cosa è un conflitto:

Il conflitto può essere definito come la presenza, nel comportamento di un individuo, di assetti motivazionali contrastanti rispetto alla meta. In altri termini il conflitto in psicologia indica uno scontro tra ciò che una persona, o il proprio gruppo di appartenenza, desidera e un’istanza interiore, interpersonale o sociale che impedisce la soddisfazione del bisogno, dell’esigenza o dell’obiettivo connessi a tale desiderio. Il conflitto è in stretto legame con la frustrazione poiché i desideri, i bisogni e le esigenze spesso continuano a sussistere anche se sono tra loro apparentemente inconciliabili…

In parole povere se volessimo dare una definizione sintetica di conflitto, potremmo dire che il conflitto è:

una situazione in cui un essere vivente, percepisce una incompatibilità con uno o più soggetti o fattori che ostacola od ostacolano la propria realizzazione in termini di pensieri, emozioni e comportamenti.

Nella risoluzione dei conflitti e non solo, i cani hanno molto da insegnare a noi umani e posso affermare questa cosa con cognizione di causa dato che da molti anni osservo il loro comportamento che mi ha trasmesso tantissime cose positive e dato delle vere e proprie lezioni di vita.

Strategie di risoluzione dei conflitti

I cani utilizzano diverse strategie comportamentali per la risoluzione dei conflitti, tra cui:

  • Comportamenti di gioco: Il gioco che può essere inquadrato come un adattamento evolutivo, consente agli individui di creare e mantenere legami sociali. I canidi, come gli umani, formano un’intricata rete di relazioni sociali e vivono secondo le regole di condotta che mantengono stabile la società, stabilità necessaria per assicurare la sopravvivenza di ogni individuo. Il gioco viene anche spesso utilizzato da cani e da lupi, per testare il grado di socialità degli individui con i quali si entra in relazione e sempre attraverso di esso si interrompono delle tensioni che si sono create all’interno del branco.
  • Comportamenti ritualizzati: i comportamenti ritualizzati, sono una sorta di rituali, adottati sia da cani che da lupi che attraverso la postura del corpo, le espressioni facciali, i vocalizzi e le marcature permettono di evitare lotte cruenti che spesso possono insorgere per diverse motivazioni come: la difesa del territorio, la leadership, la difesa delle risorse (acqua e cibo), la difesa dei cuccioli, la conquista di una femmina ecc… La ritualizzazione ha come obiettivo il mantenimento dell’ordine all’interno del branco e il risparmio di energie. I comportamenti ritualizzati hanno anche una collocazione di tipo sessuale, ossia vengono utilizzati  da molti animali per la conquista del partner.
  • Comportamento aggressivo sociale: il comportamento aggressivo sociale è tipico di quegli individui, appartenenti ad una determinata popolazione che hanno sviluppato la capacità di risolvere i conflitti intraspecifici ricorrendo in misura minore all’aggressività. L’aggressività sociale, è basata sulla capacità di riconoscere determinati segnali e di adottare alcuni modelli di comportamento. Questo dipende dai processi di apprendimento e dall’ambiente. L’aggressività sociale induce comportamenti ritualizzati al fine di non ferire un compagno o il soggetto con il quale si è innescato un conflitto. Per esempio un cucciolo che, reagendo ai vocalizzi del fratellino, smette di morderlo, vuol dire che ha imparato a reagire ad uno specifico segnale-stimolo.

Descrizione del video

Il video che segue l’articolo mostra proprio ciò di cui ho parlato fino ad ora, ovvero come i cani siano molto bravi nel risolvere i conflitti intraspecifici (fra membri della stessa specie). Nel filmato vediamo diversi skill comportamentali e strategie attuate da differenti cani di varie razze, al fine di mitigare una situazione di tensione che si è venuta a creare.

I cani protagonisti sono:

  • Thor: cane maremmano randagio bianco molto grande
  • Macchia: cane randagio mix maremmano e australian shepherd
  • Phoenix: canadian inuit dog padronale
  • Pablo: labrador maschio padronale

Thor e Macchia sono due cani randagi che fanno parte dello stesso gruppo sociale e vivono prevalentemente nella zona dei Pratoni del Vivaro. Thor, il maremmano bianco, è un cane alpha, un capo branco equilibrato con tutti i cani e con tutte le persone.

Questo cane ha una personalità e un carattere molto forte, viene rispettato da tutti proprio per il suo straordinario equilibrio, non mostra mai atteggiamenti aggressivi senza che vi sia una reale minaccia o sottomette il branco con la forza, spesso ha riportato l’ordine fra cani padronali che si stavano azzuffando, senza mai fare del male a nessuno, semplicemente attraverso comportamenti ritualizzati, per questo Thor si può definire “un cane regolatore/moderatore”.

Voglio precisare che un vero leader, un capo branco (un alpha) non è colui che incute timore nel branco, come ancora erroneamente si tende a credere, ma è colui che trasmette fiducia ai membri del branco proprio perché li protegge dai pericoli, procura una tana sicura e cibo e insegna loro delle nozioni importanti per la vita, perché ogni singolo individuo è fondamentale per la sopravvivenza della specie. Nei gruppi di lupi,  l’essere “capo branco” non è una scelta che viene imposta forzatamente al gruppo ma il capo branco è colui che viene scelto dai membri del branco stesso proprio per queste sue caratteristiche.

Macchia è un cane Beta, ossia la sentinella del branco, colui che delimita il territorio, che allerta il gruppo nel caso di pericolo e che è anche più rissoso e giocherellone.

Phoenix, è un canadian inuit dog, razza primitiva aborigena che ha preservato molti degli istinti primordiali tipici dei lupi. Phoenix al pari di Thor, si può definire una femmina alpha con la capacità di regolare/moderare molte situazione critiche che si vengono a creare soprattutto fra cani rissosi.

Infine c’è Pablo, labrador maschio iperattivo, facilmente sovreccitabile e con una base di insicurezza. Pablo, non sempre riesce a relazionarsi in modo sereno con i propri cospecifici, sia maschi che femmine , soprattutto con quelli dalla forte personalità. Pablo tende a diventare aggressivo, fino ad arrivare a mordere, quando vede soggetti in movimento o se entra in competizione per i bastoncini che lui ama in modo morboso.

Nel video, possiamo osservare delle affascinanti ed istruttive interazioni avvenute principalmente fra i cani sovradescritti. Relativamente a queste interazioni si possono vedere alcuni dei comportamenti sovracitati, come: il comportamento di gioco, il comportamento aggressivo e i comportamenti ritualizzati, questi ultimi conosciuti anche come comportamenti agonistici.

All’inizio della ripresa, fatta casualmente da Genevieve Schauinger, si vedono i due maremmani, Thor e Macchia che iniziano a giocare energicamente. I due giocano spesso in questo modo e a volte usano questo comportamento per testare il grado di socialità di cani nuovi con i quali entrano in contatto.

Pablo, il labrador color miele, entra subito in uno stato d’allerta e si direziona con atteggiamento di minaccia, osservabile dalla piloerezione presente sulla schiena (pelo dritto in questo caso fra le scapole e alla base della coda) e dalle labbra increspate con denti scoperti. Pablo si fionda con aggressività fra i due con l’intento di mordere dapprima Macchia, quello che ha una posizione sicuramente più svantaggiata rispetto a Thor e poi tenta di mordere Thor. Phoenix che aveva capito prima di noi le intenzioni di Pablo, molto prima che lui partisse verso i due maremmani, si dirige verso il gruppo per salvare “capra e cavoli”, in parole povere per evitare che accada il peggio.

Conoscendo, l’indole di Macchia e la forza fisica e caratteriale di Thor, Phoenix ha cercato di evitare che Pablo esagerasse nei comportamenti aggressivi e che alla fine potesse essere sbranato. Il ragionamento di questi cani è stato così veloce e fine che ripensandoci a mente lucida e riguardando per migliaia di volte il video, mi viene la pelle d’oca.  Ritornando a Phoenix, lei è corsa verso i tre maschi, ha spaccato fisicamente in due il gruppo portando via Macchia da quella situazione di tensione, per far gestire a Thor la disputa con Pablo. Phoenix ha portato via Macchia perché sapeva che lui poteva essere più emotivo e pesante nella gestione degli attriti con Pablo, oltre al fatto che Thor e Macchia sono un branco e in due, se Pablo avesse esagerato, avrebbero potuto fargli del male.

Così, dopo l’allontanamento di Macchia, si vede Thor che con molta fermezza e sicurezza afferra con i denti per la collottola Pablo, come se fosse un cucciolo e senza ferirlo e senza terrorizzarlo, gli dà, con molta nonchalance, una lezione di buone maniere. Quando Thor si rende conto che Pablo ha capito la lezione, lo lascia a Phoenix che lo allontana da Thor, controllando ogni passo di Pablo, tenendogli la testa vicino la sua schiena, tipico atteggiamento di controllo di un cane su un altro.

Infine si vede Macchia che si reca da Thor, in cerca di conferme e mentre Thor continua a monitorare la situazione anche attraverso il ringhio, perché Pablo era ancora un po’ eccitato, Macchia inizia a fare una corsa di scarico,facendosi rincorrere da Pablo, per sdrammatizzare la situazione, abbassare i livelli di stress e cercare di calmare gli animi, sempre sotto l’attenta visione di Thor.

In tutto questo Pablo non ha ricevuto solo un rimprovero ma avuto un insegnamento importante da parte di ogni singolo cane, perché gli è stato dimostrato che si può “dialogare” in modo incisivo e deciso e cercare un punto d’incontro senza utilizzare necessariamente metodi troppo duri perché, la violenza non porta mai a nulla di buono.

Qui sotto trovate il video, il primo in versione normale, il secondo rallentato il slow motion, in modo da rendere più evidenti i dettagli che altrimenti sarebbero difficili da percepire.

Versione normale del video

Versione in slow motion

Conclusione

Abbiamo potuto osservare come i cani, a differenza della maggior parte degli uomini, siano estremamente assertivi e bravi nel risolvere i conflitti, mediante comportamenti ritualizzati, senza che nessuno ne esca ferito.

I cani equilibrati non hanno bisogno di manifestazioni violente per esporre il proprio punto di vista, un cane sicuro di sé comunica in modo chiaro, diretto ed efficace senza mai fare del male a nessuno, se non vi è un reale pericolo, questo perché un cane, a differenza di ciò che pensano ancora alcune persone, non è un animale dotato solo di istinti ma è anche in grado di provare emozioni e di fare ragionamenti strutturati.

Sarebbe importante che i cuccioli imparassero a relazionarsi sin da piccoli con cani equilibrati, perché per quanto noi esseri umani possiamo impegnarci al meglio per educare un cucciolo ed avere le migliori intenzioni, non potremo mai in nessun modo sostituire gli insegnamenti che vengono dati dagli individui appartenenti alla stessa specie. Le interazioni sociali, con individui di vario sesso, età e taglia sono importanti ai fini dello sviluppo di una buona comunicazione e questo favorisce l’adattamento a diverse situazioni e ai cambiamenti, oltre al fatto che per il cane è fondamentale socializzare con i propri simili perché uno dei suoi bisogni primari è vivere e cooperare in gruppo.  Più un cane vivrà esperienze positive e si relazionerà con altri cani socievoli sin dalle prime settimane di vita e più avrà grandi possibilità  di sviluppare importanti competenze sociali.

Se volte avere avere una vera relazione con il vostro cane non abbiate paura di lasciarli liberi di esprimersi e imparate ad osservare il loro linguaggio, perché un essere vivente che può manifestare le proprie emozioni sarà un individuo felice e voi lo sarete con lui, perché diventerete persone migliori osservando gli insegnamenti che queste meravigliose creature possono darci.

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