Prof. – Debora Segna, addestramento cani, istruttore cinofilo FISC Libertas https://deborasegna.it Addestramento Cani Thu, 07 Nov 2013 15:19:22 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.4 https://deborasegna.it/wp-content/uploads/2016/04/Favicon-340x340.png Prof. – Debora Segna, addestramento cani, istruttore cinofilo FISC Libertas https://deborasegna.it 32 32 L’ibrido che minaccia il lupo: intervista a Luigi Boitani https://deborasegna.it/2013/11/07/librido-che-minaccia-il-lupo-intervista-a-luigi-boitani/ https://deborasegna.it/2013/11/07/librido-che-minaccia-il-lupo-intervista-a-luigi-boitani/#comments Thu, 07 Nov 2013 14:44:55 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=1069 Lupi smallIn questi giorni (dal 6 all’8 Novembre) presso il Parco della Majella, si sta tenendo il convegno internazionale del  Progetto Life Wolfnet , avviato già dal 2010 e che si occupa della gestione e salvaguardia del Lupo in Appennino. 

I più famosi ricercatori, biologi, naturalisti, veterinari, provenienti dagli Stati Uniti, dal Canada e da 10 diversi Paesi Europei discuteranno ed analizzeranno in modo tecnico-scientifico la gestione e la conservazione del lupo in tutto il mondo.

Un po’ di tempo fa il famoso Etologo-Biologo Prof. Luigi Boitani, che studia e monitora ormai da moltissimi anni il lupo nel nostro territorio e che ha condotto anche alcune ricerche insieme al Prof. David Mech in Abruzzo, ha rilasciato un’importante intervista alla rivista scientifica Gaia News, pubblicata il 06/02/2013, in cui  parla del  problema degli ibridi  che è una delle motivazioni che mettono i lupi a rischio  d’estinzione.

Intervista al Prof. Boitani, pubblicata  il 6/2/2013 sulla rivista web Gaianews.it:

Recentemente il caso di un ibrido fra un cane e un lupo tenuto in custodia da un privato a Parma ha fatto emergere un grave problema legato alla conservazione del lupo, per la cui tutela negli ultimi decenni si sono spesi moltissimi sforzi, che rischiano di essere vanificati a causa dell’ibridazione con il cane. Abbiamo intervistato il professor Luigi Boitani, dell’Università La Sapienza di Roma, che da anni si occupa della conservazione del lupo e che per primo negli anni ’70 lanciò l’allarme sugli ibridi, che resta però ad oggi inascoltato.

Domanda: Professor Boitani può spiegarci brevemente cos’è un ibrido?

Luigi Boitani: Tecnicamente un ibrido è il risultato di due specie che si incrociano. Il problema è che quando parliamo di una specie domestica il termine diventa un po’ inappropriato, perché le specie domestiche non sono delle specie vere e proprie, ma dei prodotti dell’evoluzione artificiale plasmati dall’uomo per suo uso e consumo. Però chiamiamo ibridi anche quelli: quindi cane e lupo, che appartengono alla stessa specie, quando si accoppiano creano un ibrido, cioè una bestia che non è né cane né lupo, ma ha delle caratteristiche di entrambi.lupo cane 2

D.: Che problemi pongono gli ibridi fra cane e lupo?

L.B.: Il primo problema è di natura conservazionista. Gli ibridi sono di colori diversi, dal nero completo al mantello pezzato, ma anche di tipo lupino con caratteri strani: coda lunga e orecchie lunghe, ad esempio. E quindi pongono un problema per la conservazione dell’identità del lupo italiano. Conservando gli ibridi stiamo conservando degli animali che non solo non sono lupi, ma sono una minaccia al lupo stesso. Il lupo è protetto da normative europee e per la legge italiana è una specie particolarmente protetta.

Questa degli ibridi, pur essendo una minaccia nuova e diversa da quelle a cui siamo abituati, come il bracconaggio, ad esempio, è molto grave perché la popolazione dei cani è numerosissima e quella dei lupi invece è esigua a confronto. I cani che si accoppiano coi lupi, tra l’altro, non sono solo i randagi e i rinselvatichiti, ma anche  e soprattutto i padronali, cioè quei cani che vengono tenuti in libertà, ma appartengono alle persone che in montagna ci vivono.

Poi il problema è anche normativo e legale: noi oggi paghiamo i danni fatti dal lupo e mi sembra una cosa giusta. E’ giusto che si usino le tasse pagate dai cittadini per pagare i danni fatti da un ibrido che anzi è una minaccia alla conservazione del lupo?

D.:Che cosa si può fare per affrontare il problema?

L.B.: Ora sarebbe necessario capire con molta urgenza l’entità del fenomeno, perché se si tratta di casi identificabili si può ancora agire, ma se il fenomeno è tanto diffuso, rischiamo seriamente di perdere il lupo a causa del cane, e anche di non esserne consapevoli! Sarebbe urgentissimo un campionamento su tutto l’Appennino con delle analisi genetiche appropriate, ma nessuno se ne interessa, né le Regioni, né il Ministero, né le associazioni animaliste, né i conservazionisti.

Il problema è anche tecnico: un ibrido può essere cane o lupo in diverse percentuali, diciamo così. Fino a che percentuale posso definire lupo un lupo? Se un lupo ha un 1% di gene canino lo devo considerare un lupo oppure no? Cioè, lo devo tenere libero in natura oppure no? Questa è una domanda che non ha una risposta per il momento, perché nessuno si è occupato del problema per prendere una decisione e sviluppare delle linee guida.

D.:Quanto può aiutare la genetica?

Lupo discendentiL.B.: La genetica ha dei limiti tecnici, risponde con certezza fino alla seconda generazione, già alla terza o la quarta si fanno ipotesi e non si hanno certezze. Però c’è un altro strumento, ed è quello dei dati morfologici. Un problema simile è stato affrontato e parzialmente risolto in Scozia dove si poneva in maniera analoga sul gatto, fra gatto selvatico e gatto domestico. Qui hanno prodotto delle linea guida molto precise che mescolano tecniche di tipo genetico con tecniche di tipo morfologico per decidere quando e come rimuovere gli animali dalla natura. Noi dovremmo fare una cosa del genere.

D.: Esiste una stima della popolazione degli ibridi?

L.B.: No, non c’è e sarebbe da fare urgentemente. Noi ora abbiamo una serie di prove morfologiche e genetiche confermate anche dal dottor Ettore Randi dell’ISPRA, di  presenza di ibridi sull’Appennino Tosco Emiliano e in Toscana sulla costa. Nel Parco della Maremma c’è un branco di ibridi. Sono animali che sopravvivono bene, all’aspetto sembrano cani e quindi nessuno gli spara come magari purtroppo succede con i lupi. Ci sono evidenze di ibridi in Abruzzo, nel Pollino e in Puglia.

D.: Alla luce di quello che ci siamo detti cosa pensa del caso di ibrido detenuto a Parma da un privato?

L.B.: Intanto ritengo che sia scorretto il processo con cui l’animale è stato affidato. La Forestale non ha il potere di distribuire lupi o ibridi a chiunque. In ogni caso dovrebbe essere tolto dal controllo di un privato e messo nei recinti che ha la Forestale a Popoli, in Abruzzo, ad esempio, dove l’animale può essere meglio custodito e studiato. L’ibrido non deve diventare un animale domestico che sta in casa, perché questa sarebbe la fine di qualsiasi tentativo di controllare l’ibridazione e quindi la fine della conservazione del lupo.

D.: Ipotizzando che si perdesse il genoma del lupo e che avessimo una popolazione di ibridi invece che di lupi, che implicazioni tangibili ci sarebbero? Detto in maniera un po’ brutale, che differenza fa?

L.B.: La risposta alla sua domanda è di natura etica: il lupo va protetto perchè è una specie genuina prodotta dalla evoluzione naturale e l’uomo ha la responsabilità di conservarla. L’ibrido è un prodotto del nostro intervento, anzi della nostra disattenzione e incuria per la natura, e non necessariamente merita sforzi, fondi e costi politici e sociali per il suo mantenimento in natura: l’uomo ha già il suo ibrido, si chiama cane, fatto oltre 12000 anni fa per stare vicino all’uomo. Tutti i cani dovrebbero essere tenuti vicino all’uomo, non nella natura selvatica che è invece il posto del lupo.

La storiaLupo e cane accoppiamento

D.: Quando e perché i ricercatori hanno cominciato ad interessarsi agli ibridi?

L.B.: Noi non sappiamo da quanto esistano gli ibridi. E’ presumibile che ci siano sempre stati, grosso modo. Però finché la popolazione di lupi è stata molto numerosa, gli eventi di ibridazione erano marginali e comunque non hanno lasciato un segno importante. Il problema è esploso negli ultimi 20-30 anni, quando la popolazione dei lupi era ridotta ad un piccolo numero sull’Appennino.

Il primo ibrido accertato risale al 1976 quando ho cominciato le ricerche sul lupo. Durante una ricerca ho catturato una femmina che viveva da sola al margine del territorio di un branco. Siccome era sola quando è andata in calore si è accoppiata con un cane pastore del paese, Sant’Eufemia a Majella in Abruzzo, e sono nati 6 cuccioli. Dei sei, 4 erano neri con una zampa bianca e gli altri due erano di “tipo lupo”, ma con un pelo e delle dimensioni da ibrido. Quella è stata la prima volta che si aveva una prova della presenza degli ibridi.

A quel punto io lanciai l’allarme, perché se era capitato a me di vederlo, chissà quante volte poteva capitare senza che nessuno se ne accorgesse. Ma nessuno mi ha dato ascolto: né le autorità, né i parchi, né le associazioni di conservazione, ma anche moltissimi ricercatori sostenevano che fosse un caso e che non era quindi un problema.

I genetisti, in particolare l’ISPRA, hanno sempre negato che fosse un problema, perché dicevano che non c’era evidenza che gli ibridi potessero spargere all’interno della popolazione i loro geni, cosa che tecnicamente si chiama introgressione. A quel tempo però non avevano gli strumenti tecnici adeguati per rilevare questo fenomeno, che invece c’è stato, c’è tuttora ed è sempre più forte.

Per chi fosse interessato ad approfondire l’argomento inerente l’ibridazione, qui potrete trovare una relazione del Prof. Paolo Ciucci:

http://www.ibriwolf.it/sites/default/files/documenti/relazione_tecnica_azione_a2_ibriwolf_finale.pdf

http://ec.europa.eu/environment/life/project/Projects/index.cfm?fuseaction=home.showFile&rep=file&fil=IBRIWOLF_folder.pdf

]]>
https://deborasegna.it/2013/11/07/librido-che-minaccia-il-lupo-intervista-a-luigi-boitani/feed/ 2
Shadow e Cesar Millan: Un aggiornamento sull’husky “impiccato” (Articolo del Professor Marc Bekoff) https://deborasegna.it/2013/10/20/shadow-e-cesar-millan-un-aggiornamento-sullhusky-impiccato-articolo-del-professor-marc-bekoff/ https://deborasegna.it/2013/10/20/shadow-e-cesar-millan-un-aggiornamento-sullhusky-impiccato-articolo-del-professor-marc-bekoff/#comments Sun, 20 Oct 2013 16:57:33 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=1027 Cane e uomoIn questi giorni nel nostro paese si sono scatenate una serie di polemiche a seguito di un video mandato in onda dal  programma “Striscia la Notizia” in cui un noto addestratore di cani, insieme ad altre persone, usavano “tecniche di addestramento” coercitive su un pastore Belga Malinois, la cosa più sconvolgente è che chi frustava principalmente il povero cane in modo forsennato era proprio la sua proprietaria, anche lei addestratore cinofilo mentre il “noto addestratore alla fine ha tirato il cane dal collare a strangolo quasi impiccandolo” ed ha consigliato anche alla proprietaria di dotarsi di un collare elettrico.

Non conosco personalmente “i protagonisti” di questa triste vicenda e sinceramente non meritano neanche di ricevere così tanta considerazione da parte dell’opinione pubblica, io credo che alla fine di tutta questa storia dovranno fare i conti con la propria coscienza pagando le conseguenze di ciò che hanno fatto e mi auguro che l’Enci e le Federazioni cinofile a cui sono affiliati prendano gli opportuni provvedimenti, nella speranza che tutta questa storia non finisca nel dimenticatoio come purtroppo spesso accade.

L’unica cosa che mi spezza il cuore e di cui si parla poco, è la vera vittima di questa brutta vicenda, il povero Malinois, e su cosa possa aver subito a livello psicofisico. Su diversi social network sono tutti concentrati a dare addosso e gettare fango (giusto o sbagliato che sia) sugli “addestratori” (in particolar modo su uno dei due) che ora fanno a scaricabarile su chi abbia istigato l’altro ad agire in quel modo atteggiandosi anche da vittime.

DeboraAndPhoenixMa è proprio necessario nel 2013 utilizzare metodi addestrativi così duri e strumenti di addestramento (come collare a strozzo e altro..) che possano essere usati in modo improprio o incentivare alcune persone a varcare quel confine in cui non c’è più rispetto per l’animale ? Una relazione sana non si costruisce mai con la prevaricazione di un altro essere vivente ma con il rispetto e la fiducia. La violenza genera violenza e non ha mai “prodotto” nulla di buono, se non sei predisposto ad ascoltare le emozioni di chi sta di fronte e a capire cosa ti sta comunicando non puoi pretendere di ricevere qualcosa di positivo in cambio.

Il Prof. Marc Bekoff, uno dei più famosi Etologi e Biologi Evoluzionisti in questo articolo fa delle considerazioni sugli effetti a medio e lungo termine dell’utilizzo della violenza su un essere vivente, prendendo come spunto la trasmissione televisiva del noto dog trainer Cesar Millan, in particolar modo la puntata in cui Millan strangola un povero Siberian Husky.

La traduzione di questo toccante articolo è stata curata da Fabrizio Giammatteo, che ringrazio con tutto il cuore per questo contributo.

Debora Segna

Shadow e Cesar Millan: Un aggiornamento sull’husky “impiccato”

Shadow ha sofferto di un trauma a lungo termine, come risultato di aver subito dei maltrattamenti ma ora si è ripreso

Pubblicato il 14 Ottobre, 2013 da Marc Bekoff, Ph.D. in Animal Emotions

Ad Aprile 2012 scrissi un pezzo intitolato “Did Cesar Millan Have to Hang the Husky?” che ha ricevuto più di 58.000 visite ed ha generato finora 159 commenti.

Il mio pezzo iniziava: Per via di quello che faccio, ricevo sempre email riguardo alle ultime informazioni sulle percezioni ed emozioni degli animali e anche sui maltrattamenti di animali. Generalmente ricevo report e video di maltrattamenti nei laboratori di ricerca, zoo, circhi, rodei o in allevamenti intensivi, ma, di tanto in tanto, le persone mi fanno anche domande relative all’addestramento dei cani.

Lo scorso anno ho ricevuto un video che mostrava Cesar Millan (conosciuto come il dog whisperer), appendere un husky che si comportava male. Questo trattamento di un essere senziente chiamato Shadow mi nauseò e scoprii presto che molti altri erano rimasti inorriditi da questa “sessione di addestramento”. (Per ulteriori discussioni potete vedere l’articolo su Psychology Today di Mark Derr chiamato Pack of Lies).

Scrissi anche, “Effettivamente Shadow è stato “messo in riga” (impiccadolo) e questo grado di trauma avrà probabilmente un effetto a lungo termine, così come accade ad ogni individuo che è sottoposto, intenzionalmente (come in questo caso) o fortuitamente ad un maltrattamento. Sappiano che cani e altri animali soffrono di depressione e di disturbo post traumatico da stress (PTSD) dopo essere stati traumatizzati e tecniche di addestramento che causino traumi non dovrebbero essere permesse e anzi dovrebbero essere fortemente scoraggiate.”

Quindi, in che modo questo maltrattamento ha avuto effetto su Shadow ? Come predetto, e senza particolari sorprese, Shadow è stato fortemente traumatizzato. Proprio oggi qualcuno mi ha mandato una nota intitolata “A Cesar Millan Story“, scritta dalla persona che per prima ha avuto in stallo Shadow e che lo ha fatto poi adottare dalla donna che ha partecipato al programma di Cesar Millan.

Dopo essere stato “impiccato” Shadow ha morso la donna  mentre lei lo stava punendo per essere entrato nel suo orto e il suo affidatario è infine riuscito a riprenderlo indietro.

L’affidatario originale di Shadow scrive, “Ho scoperto che per la scena quando lui morde Cesar lo avevano innervosito per un ora prima di riuscire a filmare quel frammento, tutto è in funzione dello show e non del cane. Tormentano deliberatamente i cani per farli reagire. Abbiamo contattato i produttori e penso che loro abbiano convinto la donna a darci indietro Shadow per aiutarlo, poiché lei era determinata a non restituircelo e si è rifiutata persino di parlare con la donna che gestiva il recupero dei Malamute”.

Fotunatamente, Shadow si è ripreso dal maltrattamento subito.

Le tecniche veloci basate sull’estrema intimidazione e su varie forme di maltrattamento fisico e psicologico devono essere rimosse dai metodi di addestramento e la nostra opposizione a questi metodi deve essere fatta a voce alta e non appena sussurrata dietro porte chiuse. La saga di Shadow e la sua triste storia, ci deve spingere a riflettere su chi siamo, su chi sono loro (gli animali), e su come dovremmo trattarli.

I cani si aspettano che noi li trattiamo con dignità e rispetto e quando mettono a dura prova la nostra pazienza, non dovremmo mai dimenticare che sono esseri senzienti che dipendono profondamente dalla nostra gentilezza. E’ uno spoco inganno maltrattarli intenzionalmente e imporgli una vita di paura. E’ un tradimento della loro fiducia che avremo sempre il loro benessere in mente. E’ qualcosa che ci fa svilire. I cuori dei nostri compagni animali, come i nostri cuori, sono fragili e quindi dobbiamo essere gentili con loro. Ringraziamoli apertamente e dignitosamente per chi sono, per il loro amore incondizionato e impariamo ad abbracciare le loro lezioni di passione, compassione, empatia, devozione, rispetto e amore. Sicuramente non avremo mai rimpianti nel farlo, e anzi sperimenteremo molta più gioia pura, man mano che creiamo il terreno per una profonda e ricca relazione reciproca basata su un’immutabile fiducia con i nostri compagni e con tutti gli altri esseri viventi. Elliot Katz, fondatore di In Defense of Animals, suggerisce di non utilizzare più la parola “addestramento” e di cominciare ad usare la parola “insegnamento”. Addestramento spesso diventa sinonimo di “spezzare”. L’addestramento non implicare lo spezzare i loro fragili cuori. Shadow è un cane molto fortunato.

]]>
https://deborasegna.it/2013/10/20/shadow-e-cesar-millan-un-aggiornamento-sullhusky-impiccato-articolo-del-professor-marc-bekoff/feed/ 2