cinofila – Debora Segna, addestramento cani, istruttore cinofilo FISC Libertas https://deborasegna.it Addestramento Cani Fri, 18 Nov 2016 10:53:21 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.4 https://deborasegna.it/wp-content/uploads/2016/04/Favicon-340x340.png cinofila – Debora Segna, addestramento cani, istruttore cinofilo FISC Libertas https://deborasegna.it 32 32 La pettorina norvegese della Hurtta! Perché sceglierla? https://deborasegna.it/2016/08/18/la-pettorina-norvegese-della-hurtta-perche-sceglierla/ https://deborasegna.it/2016/08/18/la-pettorina-norvegese-della-hurtta-perche-sceglierla/#comments Thu, 18 Aug 2016 10:19:19 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=1794 20160601_Pratoni_del_Vivaro_15Cari amici, oggi voglio postare alcune foto della  mia Phoenix con la sua nuova pettorina norvegese della marca Hurtta corredata con tanto di guinzaglio training rope boletus Hurtta. Il colore giallo di questi due accessori trovo che sia molto bello, oltre al fatto che richiama gli elementi della primavera e dell’estate.

Ho avuto modo di far indossare al mio cane e di testare moltissime pettorine e altri strumenti per il training di varie case, e tra i tanti, ho scoperto da diversi anni anche quelli della Hurtta che, al di là dell’estetica, che trovo davvero piacevole, utilizza materiali di ottima qualità, nello specifico:
la pettorina norvegese outdoor, oltre ad avere un ottima calzabilità, risulta estremamente pratica sia per noi proprietari che per i nostri amici a quattro zampe. Questa pettorina la si può infilare con facilità dalla testa e agganciare sotto lo sterno del cane senza passare per le zampe.

Chiunque abbia avuto modo di provare queste pettorine, avrà visto che sono eccezionalmenteIMG_2424 confortevoli ed ergonomiche, sono realizzate in neoprene, un materiale molto morbido che non strappa il pelo e non crea frizione sui manti e cosa molto importante, la fascia che passa sul petto, non va a finire sul collo, parte molto delicata e nella quale si trova la tiroide. Le sollecitazioni su questa zona, come per esempio quelle provocate dal collare in conseguenza di cani che tirano al guinzaglio o di strattoni, possono provocare a lungo andare danni alla tiroide oltre che impedire una buona comunicazione con gli altri cani.

Non tutte le pettorine vanno bene per i cani, alcune mancano totalmente di ergonomicità e non prestano attenzione a zone delicate del corpo dell’animale. Uno dei vantaggi delle pettorine Hurtta è che la fascia che passa sotto lo sterno non va a toccare la zona delle ascelle e quindi a creare abrasioni.

Il materiale con cui sono state ideate queste pettorine è rifinito con filo riflettente originale 3M® perguinzaglio-hurtta-training-rope-boletus- un’ottima visibilità in ogni condizione, sopratutto quando inizia a far buio. Inoltre sulla parte dorsale, questo tipo di pettorina ha una maniglia molto utile se si deve bloccare il cane in caso di emergenza   Anche i guinzagli sono costruiti con gli stessi materiali delle pettorine, in particolare il “training rope” è sufficientemente lungo (2,50 m) da poter permettere al vostro cane di annusare con tutta tranquillità quando vi trovate in un ambiente sicuro e naturalistico.  In particolare questo guinzaglio dispone di due moschettoni e di anelli di riduzione che permettono di accorciarlo quando ci si trova in ambienti molto urbanizzati.
Trovo che questi due prodotti siano estremamente funzionali e confortevoli, oltre al fatto che sono realizzati con materiali resistenti che durano molto nel tempo.

Per alcuni il prezzo potrà sembrare alto, ma posso assicurare che il rapporto qualità/prezzo è veramente equo, sono soldi veramente ben spesi. Personalmente quando ho comprato prodotti che costavano molto poco, la maggior parte delle volte ho avuto spiacevoli sorprese oltre al fatto che hanno avuto una vita breve, ma come si dice: “chi più spende meno spende”, non sarà sempre così ma spesso questo “motto” penso sia proprio vero. Se volete togliervi qualche dubbio, prima di comprare i prodotti della Hurtta, potete recarvi nei punti vendita che dispongono di questi materiali, oppure, per chi si trova nel Lazio zona castelli romani, può venire ad assistere a qualche mia lezione per poterne toccare con mano la qualità.

Buone vacanze e a breve ci sarà un’altra recensione.

]]> https://deborasegna.it/2016/08/18/la-pettorina-norvegese-della-hurtta-perche-sceglierla/feed/ 3 Fermati altrimenti ti ringhio!!! Perché il ringhio è una cosa buona? https://deborasegna.it/2014/06/29/fermati-altrimenti-ti-ringhio-perche-il-ringhio-e-una-cosa-buona/ https://deborasegna.it/2014/06/29/fermati-altrimenti-ti-ringhio-perche-il-ringhio-e-una-cosa-buona/#comments Sun, 29 Jun 2014 19:02:39 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=1385

La compassione e l’empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono.

Charles Darwin

ringhio cane e uomoL’articolo di oggi si concentra su un altro “mito da sfatare” molto popolare nel mondo cinofilo: il temuto ringhio.
Innanzitutto, vi siete mai chiesti se il ringhio sia una cosa giusta o sbagliata? Il ringhio di un cane è una cosa assolutamente buona ed ora vi spiegherò il “perché” attraverso il racconto di una storia fatta proprio di ringhi ;).

Qualche tempo fa ho lavorato con un cane, una giovane  femmina di taglia media, per desensibilizzarla a non attaccare le persone estranee alla sua famiglia, perché ogni qualvolta qualcuno si avvicinava nel suo raggio di azione, la piccola si irrigidiva ed iniziava ad emettere un ringhio basso e se si provava ad avanzare verso di lei scattava e attaccava subito alle gambe.
Il cane in questione era stato adottato da un canile e aveva subito dei maltrattamenti da parte di persone che l’avevano picchiato ripetutamente, la sua reazione era quindi dovuta alla paura perché i cani non agiscono o reagiscono mai senza una motivazione.

Quando la vidi per la prima volta lei si comportò con “il solito rituale” che mi avevano descritto i proprietari: si irrigidì ed iniziò a ringhiarmi. Non appena iniziò a ringhiare, mi fermai, la rassicurai con la mia voce dal tono basso e sereno e poi molto lentamente mi allontanai da lei. Non appena mi vide lontana dalla sua “area di protezione”  smise di ringhiare anche se non faceva altro che monitorare ogni mio movimento. Quando la cagnetta non era più focalizzata solo su di me (e ci volle più di un ora),  iniziò a rilassarsi  così io le iniziai a lanciare da lontano un po’ di bocconcini appetitosi, ed ogni volta che mangiava con atteggiamento tranquillo, dissi ai proprietari di gratificarla con un bel “bravo”,  per rinforzare il comportamento positivo. Tutto questo sempre nel pieno rispetto della distanza che lei riusciva a tollerare verso gli estranei. I proprietari mi chiesero per quale motivo non l’avessi corretta o sgridata, ed io gli risposi che per costruire un rapporto di fiducia non servivano urla o correzioni fisiche, perché così facendo non avremmo rispettato la volontà del cane (che già non aveva più fiducia nell’uomo) ma avremmo piegato la sua volontà alla nostra e non saremmo stati migliori di quelle persone che in precedenza l’avevano picchiata.

Non sto dicendo che per essere “un buon leader” dobbiamo lasciare che il cane faccia sempre ciò che vuole ma non significacesar millan e labrador nemmeno che bisogna  essere autoritari, come si vede nel programma di Cesar Millan. Un buon leader non è colui che “comanda” il branco, ma colui che lotta con e per il branco, trasmettendo agli altri un autorevole senso di sicurezza. Non dimentichiamo, che dal punto di vista percettivo di un cane noi siamo parte del branco, e sta quindi a noi cercare di essere una guida credibile e degna di fiducia. Ritornando alla nostra storia, i proprietari, per il fatto che non sgridai la piccola, mi guardarono in modo scettico, ma io gli chiesi di fidarsi di me e di cercare di compredere quello che stava provando la loro cagnolina. I cani hanno una comunicazione diversa dalla nostra e, mentre ad un essere umano impaurito avrei potuto dire:  “ehi, non preoccuparti, va tutto bene, non ti farò del male”, con un cane bisogna farsi capire con il linguaggio del corpo e con un timbro di voce rassicurante.  Se non mi fossi fermata al ringhio del cane, perché lo ritenevo un affronto troppo grande, e se lo avessi sgridato o punito, il cane avrebbe appreso che quel segnale non serve a nulla e che è necessario comunicare in modo più diretto, quindi l’inibizione del ringhio avrebbe potuto indurlo a passare direttamente al morso per difendersi da quello da cui si sentiva minacciato.

Quando un cane ringhia ci possono essere  diverse ragioni. Spesso i cani lo fanno quando giocano con i loro simili o con il loro proprietario, ringhiano per la difesa delle risorse o quando si sentono minacciati da qualcosa o qualcuno. Possiamo riconoscere almeno tre tipi di ringhio:

  • Ringhio di gioco
  • Ringhio di difesa
  • Ringhio di minaccia

growl_snarlIl ringhio di gioco è di breve durata e molto acuto e  lo si capisce da diversi atteggiamenti, quali: postura rilassata, coda scodinzolante, abbai striduli, saltelli, abbraccio dell’altro cane e dal contesto. Il ringhio di gioco è di solito preceduto da una sorta di inchino che il cane fa all’altro piegandosi sulle zampe anteriori e che si chiama “invito al gioco”.
Il ringhio di gioco molto di rado può sfociare in un comportamento aggressivo, è come se due amici scherzando e con il sorriso sulle labbra si dicessero “se ti avvicini ti faccio vedere io”.

Il ringhio di difesa di una risorsa (in inglese chiamato growl), è in genere “un suono di avvertimento” in cui il cane emette un suono profondo e, a volte, con un labbro leggermente alzato mostra in parte i denti ed è come se dicesse: “ehi, fermo li! ti stai avvicinando troppo!”. E’ il tipico ringhio che il cane potrebbe emettere quando ci si avvicina alla ciotola del cibo o al suo gioco preferito.

Indi ringhio
Foto del Dott. Franco Milani

Il ringhio di minaccia (snarl) viene emesso dal cane quando si sente minacciato da un pericolo, ha un suono molto più profondo, naso e labbra sono increspate e tirate indietro, i denti ben scoperti e digrignati. Se il cane arriva a quest’ultima fase significa che il ringhio di avvertimento è stato inefficace e di solito il ringhio di minaccia precede un imminente attacco fisico. Il ringhio di minaccia può essere aggressivo dominante o aggressivo sottomesso. In ogni caso ogni ringhio è sempre collegato al precedente ed è un escalation di comportamenti che il cane attua per evitare in tutti i modi il conflitto. Difficilmente un cane che ringhia per gioco o per la difesa di una risorsa passerà direttamente all’attacco.

Quando il vostro cane ringhia dovreste esserne fieri perché è il suo modo per dire: “stai esagerando, per favore fermati !!!” è il suo modo di comunicare e di far capire a voi e a chi gli sta di fronte che sta vivendo una situazione in cui si sente in difficoltà. Quante volte vi siete trovati in delle situazioni in cui avreste voluto fuggire via? E quante volte avete detto a qualcuno: “basta mi hai stancato” ! Un cane non può esprimere ciò che sente con le parole ma lo fa con il SUO linguaggio, fatto di segnali corporei e vocalizzi ed il ringhio “Grrrrrrrh” rientra proprio in questo, è uno dei suoni del suo vocabolario canino. Credo che i cani come gli umani abbiano tutto il diritto di sentirsi a disagio in una situazione, perché non sono meno sensibili di noi.
Anziché reprimere ciò che ci stanno comunicando i nostri animali proviamo ad ascoltarli ed a metterci “nella loro pelle” perché  le imposizioni possono essere davvero deleterie.

I cani utilizzano molti segnali per farci capire che si sentono in difficoltà, per esempio, ancor prima di emettere il ringhio,  irrigidiscono il corpo e poicane che guarda lanciano “un’occhiata fulminate” alla persona o all’animale che gli desta preoccupazione. Anche noi esseri umani lo facciamo spesso, basti pensare alle nostre mamme, quando facevamo qualcosa che poteva metterle in imbarazzo con le altre persone, e ci lanciavano quello “sguardo fulmineo” che senza proferir parola comunicava in modo eloquente tutto quello che avrebbero voluto dirci a parole. I cani, a differenza degli esseri umani, riescono ad intercettare subito quell’occhiata fulminante e solitamente  quando un loro simile gli lancia “quello sguardo” capiscono l’avvertimento per evitare lo scontro.

Ricordate che un cane equilibrato conosce bene questi segnali ed eviterà lo scontro in tutti i modi ma se un umano non si ferma, e se il cane non ha alcuna via di fuga, quasi certamente verrà morso. Quando si sentono notizie riguardo le aggressioni dei cani verso l’uomo, e in particolar modo verso i bambini, cerchiamo di prendere le cose con le pinze e di capire quale sia la vera dinamica del caso anche se è una cosa davvero difficile, perché spesso un morso di un cane fa più audience rispetto ad un proprietario che ha mancato di rispetto al suo cane o che lo ha reso aggressivo.
Purtroppo capita che siano spesso i bambini ad avere la peggio nelle aggressioni, perché un cane quando arriva ad uno scontro con un umano usa la stessa tecnica che applicherebbe  con un suo simile per correggere “l’avversario”, lo fa in due modi o lo blocca dal muso o lo afferra al collo, e i bambini trovandosi all’altezza del cane sono più facilmente attaccati in queste zone. Generalmente l’intenzione del cane non è quella di ferire veramente, ma, a differenza dei nostri amici a quattro zampe, la nostra pelle è molto delicata e basta poco per provocare delle lesioni anche serie. Quindi, chiediamoci sempre quale sia veramente la percezione e l’intenzione del cane. Voleva mordere o solo correggere? In entrambi i casi, perché si è spinto così avanti?

Vorrei mostrarvi quello che succede quando non si osservano i segnali che il cane invia e non si rispetta la dignità degli animali. Nel video seguente il famigerato Cesare Millan, riceve un morso da un cane che ha volontariamente provocato, mentre era intento a mangiare e ha continuato, incurante dei numerosi avvertimenti che la labrador gli stava inviando.

Finisco di raccontarvi la storia della cagnolina ringhiosa. Abbiamo lavorato con  lei per tre mesi, cercando di rinforzare nella sua testa che gli umani potevano darle anche cose belle anziché cose brutte e alla fine siamo arrivati al punto in cui lei si faceva toccare da tutti, bambini compresi. Ed ogni volta che vedeva una nuova persona in casa l’accoglieva scodinzolante portandogli una palla gialla in bocca per farsela tirare. Lei si fidava di nuovo dell’uomo perché aveva capito che, fortunatamente, non tutti gli esseri umani sono cattivi.

Growl3Sono state fatte molto ricerche sul ringhio del cane e in una di queste per osservare la comunicazione  fra cani (intraspecifica), i ricercatori hanno registrato i ringhi di 20 cani adulti in tre differenti situazioni.
Nel primo esperimento hanno registrato il ringhio di gioco mentre il proprietario ed il suo cane giocavano al tira e molla (o tiro alla fune).
Nel secondo ad un cane che era al guinzaglio veniva dato un grosso osso carnoso e mentre lo sgranocchiava, i ricercatori facevano entrare un altro cane (anche questo tenuto al guinzaglio), e lo inducevano a cercare di impossessarsene provocando un ringhio di avvertimento del primo, che cercava di difendere la sua risorsa. Non dimentichiamo che per i cani il cibo è sopravvivenza, è un istinto ancestrale scolpito nel loro DNA. Chiaramente nessun cane si è ferito durante l’esperimento ;).
Nella terza situazione c’era un cane, tenuto al guinzaglio dal suo proprietario, mentre un uomo sconosciuto si avvicinava furtivamente, fissandolo negli occhi, questo induceva il cane a reagire con un ringhio di minaccia, perché si sentiva in pericolo e doveva salvaguardare la propria esistenza.

I ricercatori, guidati da Tamas Farago del Department of Ethology della Eotvos Lorand University, hanno valutato le caratteristiche dei vari ringhi: la durata, la frequenza fondamentale (pitch) e un parametro chiamato “dispersione delle formanti”, che indica la lunghezza del tratto vocale.
L’analisi ha rilevato una netta differenza fra il ringhio di gioco, molto acuto e dal suono di breve durata degli altri due ringhi, quello di avvertimento, e quello di minaccia, chiamati “ringhi agonistici”. La cosa interessante, ha dichiarato Pongracz, un ricercato del team, è che nell’analisi dei ringhi agonistici non c’era alcuna differenza acustica percepibile né dalle macchine che li avevano registrati né dall’uomo, mentre al contrario, i cani sembravano distinguere alla perfezione le differenze fra i vari ringhi.
Quando i ricercatori hanno fatto ascoltare i ringhi ai cani, lasciando un osso incustodito vicino a loro, quando sentivano il ringhio di gioco e quello di minaccia i cani prendevano l’osso tranquillamente ma quando veniva fatto sentire loro il ringhio di guardia/avvertimento per la risorsa cibo, erano molto più titubanti nell’afferrarlo.

Se molti cani non hanno più una corretta comunicazione la motivazione discende da comportamenti sbagliati che adottiamo noi esseri umani, dalla selezione che ha allontanato sempre di più le razze dal loro progenitore originario, alterandone a volte le caratteristiche fisiche e la loro capacità di comunicare e purtroppo anche da parte delle scelte di una minoranza di allevatori poco coscienziosi che ha prediletto criteri estetici, trascurando gli aspetti comportamentali, facendo spesso accoppiare esemplari troppo vicini geneticamente o predisposti all’aggressività.

Se continueremo a piegare  la natura per le nostre “esigenze” senza farci molte domande, non stupiamoci se potranno esserci delle spiacevoli conseguenze. Come mi ha detto un po’ di tempo fa il professor Marc Bekoff  “la natura ha sempre l’ultima parola” (Nature bats last).

Bibliografia:

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https://deborasegna.it/2014/06/29/fermati-altrimenti-ti-ringhio-perche-il-ringhio-e-una-cosa-buona/feed/ 19
Shadow e Cesar Millan: Un aggiornamento sull’husky “impiccato” (Articolo del Professor Marc Bekoff) https://deborasegna.it/2013/10/20/shadow-e-cesar-millan-un-aggiornamento-sullhusky-impiccato-articolo-del-professor-marc-bekoff/ https://deborasegna.it/2013/10/20/shadow-e-cesar-millan-un-aggiornamento-sullhusky-impiccato-articolo-del-professor-marc-bekoff/#comments Sun, 20 Oct 2013 16:57:33 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=1027 Cane e uomoIn questi giorni nel nostro paese si sono scatenate una serie di polemiche a seguito di un video mandato in onda dal  programma “Striscia la Notizia” in cui un noto addestratore di cani, insieme ad altre persone, usavano “tecniche di addestramento” coercitive su un pastore Belga Malinois, la cosa più sconvolgente è che chi frustava principalmente il povero cane in modo forsennato era proprio la sua proprietaria, anche lei addestratore cinofilo mentre il “noto addestratore alla fine ha tirato il cane dal collare a strangolo quasi impiccandolo” ed ha consigliato anche alla proprietaria di dotarsi di un collare elettrico.

Non conosco personalmente “i protagonisti” di questa triste vicenda e sinceramente non meritano neanche di ricevere così tanta considerazione da parte dell’opinione pubblica, io credo che alla fine di tutta questa storia dovranno fare i conti con la propria coscienza pagando le conseguenze di ciò che hanno fatto e mi auguro che l’Enci e le Federazioni cinofile a cui sono affiliati prendano gli opportuni provvedimenti, nella speranza che tutta questa storia non finisca nel dimenticatoio come purtroppo spesso accade.

L’unica cosa che mi spezza il cuore e di cui si parla poco, è la vera vittima di questa brutta vicenda, il povero Malinois, e su cosa possa aver subito a livello psicofisico. Su diversi social network sono tutti concentrati a dare addosso e gettare fango (giusto o sbagliato che sia) sugli “addestratori” (in particolar modo su uno dei due) che ora fanno a scaricabarile su chi abbia istigato l’altro ad agire in quel modo atteggiandosi anche da vittime.

DeboraAndPhoenixMa è proprio necessario nel 2013 utilizzare metodi addestrativi così duri e strumenti di addestramento (come collare a strozzo e altro..) che possano essere usati in modo improprio o incentivare alcune persone a varcare quel confine in cui non c’è più rispetto per l’animale ? Una relazione sana non si costruisce mai con la prevaricazione di un altro essere vivente ma con il rispetto e la fiducia. La violenza genera violenza e non ha mai “prodotto” nulla di buono, se non sei predisposto ad ascoltare le emozioni di chi sta di fronte e a capire cosa ti sta comunicando non puoi pretendere di ricevere qualcosa di positivo in cambio.

Il Prof. Marc Bekoff, uno dei più famosi Etologi e Biologi Evoluzionisti in questo articolo fa delle considerazioni sugli effetti a medio e lungo termine dell’utilizzo della violenza su un essere vivente, prendendo come spunto la trasmissione televisiva del noto dog trainer Cesar Millan, in particolar modo la puntata in cui Millan strangola un povero Siberian Husky.

La traduzione di questo toccante articolo è stata curata da Fabrizio Giammatteo, che ringrazio con tutto il cuore per questo contributo.

Debora Segna

Shadow e Cesar Millan: Un aggiornamento sull’husky “impiccato”

Shadow ha sofferto di un trauma a lungo termine, come risultato di aver subito dei maltrattamenti ma ora si è ripreso

Pubblicato il 14 Ottobre, 2013 da Marc Bekoff, Ph.D. in Animal Emotions

Ad Aprile 2012 scrissi un pezzo intitolato “Did Cesar Millan Have to Hang the Husky?” che ha ricevuto più di 58.000 visite ed ha generato finora 159 commenti.

Il mio pezzo iniziava: Per via di quello che faccio, ricevo sempre email riguardo alle ultime informazioni sulle percezioni ed emozioni degli animali e anche sui maltrattamenti di animali. Generalmente ricevo report e video di maltrattamenti nei laboratori di ricerca, zoo, circhi, rodei o in allevamenti intensivi, ma, di tanto in tanto, le persone mi fanno anche domande relative all’addestramento dei cani.

Lo scorso anno ho ricevuto un video che mostrava Cesar Millan (conosciuto come il dog whisperer), appendere un husky che si comportava male. Questo trattamento di un essere senziente chiamato Shadow mi nauseò e scoprii presto che molti altri erano rimasti inorriditi da questa “sessione di addestramento”. (Per ulteriori discussioni potete vedere l’articolo su Psychology Today di Mark Derr chiamato Pack of Lies).

Scrissi anche, “Effettivamente Shadow è stato “messo in riga” (impiccadolo) e questo grado di trauma avrà probabilmente un effetto a lungo termine, così come accade ad ogni individuo che è sottoposto, intenzionalmente (come in questo caso) o fortuitamente ad un maltrattamento. Sappiano che cani e altri animali soffrono di depressione e di disturbo post traumatico da stress (PTSD) dopo essere stati traumatizzati e tecniche di addestramento che causino traumi non dovrebbero essere permesse e anzi dovrebbero essere fortemente scoraggiate.”

Quindi, in che modo questo maltrattamento ha avuto effetto su Shadow ? Come predetto, e senza particolari sorprese, Shadow è stato fortemente traumatizzato. Proprio oggi qualcuno mi ha mandato una nota intitolata “A Cesar Millan Story“, scritta dalla persona che per prima ha avuto in stallo Shadow e che lo ha fatto poi adottare dalla donna che ha partecipato al programma di Cesar Millan.

Dopo essere stato “impiccato” Shadow ha morso la donna  mentre lei lo stava punendo per essere entrato nel suo orto e il suo affidatario è infine riuscito a riprenderlo indietro.

L’affidatario originale di Shadow scrive, “Ho scoperto che per la scena quando lui morde Cesar lo avevano innervosito per un ora prima di riuscire a filmare quel frammento, tutto è in funzione dello show e non del cane. Tormentano deliberatamente i cani per farli reagire. Abbiamo contattato i produttori e penso che loro abbiano convinto la donna a darci indietro Shadow per aiutarlo, poiché lei era determinata a non restituircelo e si è rifiutata persino di parlare con la donna che gestiva il recupero dei Malamute”.

Fotunatamente, Shadow si è ripreso dal maltrattamento subito.

Le tecniche veloci basate sull’estrema intimidazione e su varie forme di maltrattamento fisico e psicologico devono essere rimosse dai metodi di addestramento e la nostra opposizione a questi metodi deve essere fatta a voce alta e non appena sussurrata dietro porte chiuse. La saga di Shadow e la sua triste storia, ci deve spingere a riflettere su chi siamo, su chi sono loro (gli animali), e su come dovremmo trattarli.

I cani si aspettano che noi li trattiamo con dignità e rispetto e quando mettono a dura prova la nostra pazienza, non dovremmo mai dimenticare che sono esseri senzienti che dipendono profondamente dalla nostra gentilezza. E’ uno spoco inganno maltrattarli intenzionalmente e imporgli una vita di paura. E’ un tradimento della loro fiducia che avremo sempre il loro benessere in mente. E’ qualcosa che ci fa svilire. I cuori dei nostri compagni animali, come i nostri cuori, sono fragili e quindi dobbiamo essere gentili con loro. Ringraziamoli apertamente e dignitosamente per chi sono, per il loro amore incondizionato e impariamo ad abbracciare le loro lezioni di passione, compassione, empatia, devozione, rispetto e amore. Sicuramente non avremo mai rimpianti nel farlo, e anzi sperimenteremo molta più gioia pura, man mano che creiamo il terreno per una profonda e ricca relazione reciproca basata su un’immutabile fiducia con i nostri compagni e con tutti gli altri esseri viventi. Elliot Katz, fondatore di In Defense of Animals, suggerisce di non utilizzare più la parola “addestramento” e di cominciare ad usare la parola “insegnamento”. Addestramento spesso diventa sinonimo di “spezzare”. L’addestramento non implicare lo spezzare i loro fragili cuori. Shadow è un cane molto fortunato.

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https://deborasegna.it/2013/10/20/shadow-e-cesar-millan-un-aggiornamento-sullhusky-impiccato-articolo-del-professor-marc-bekoff/feed/ 2
Geni, ambiente e allevamento https://deborasegna.it/2013/05/07/geni-ambiente-e-allevamento/ https://deborasegna.it/2013/05/07/geni-ambiente-e-allevamento/#respond Tue, 07 May 2013 19:30:19 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=758

Prefazione

197736_3450383661122_103321073_nQualche anno fa ho avuto il grande onore di conoscere il famoso etologo Roger Abrantes durante il mio corso di Istruttore Cinofilo e sono rimasta davvero colpita da quest’uomo incredibilmente preparato e appassionato del proprio lavoro, una vera fonte di ispirazione per tutti gli amanti degli animali.

L’anno scorso l’ho contattato per parlargli del sito dedicato al Canadian Inuit Dog (razza nordica che ad oggi rischia ancora l’estinzione), ed ho “osato” chiedergli se avesse potuto scrivere un articolo per noi. Non pensavo che potesse dire di sì, ma lo ha fatto e dopo pochi giorni mi ha inviato questo articolo che  è un prezioso contributo  per tutti coloro che vogliono saperne di più sul ruolo della genetica e dell’ambiente nello sviluppo di un animale e del suo comportamento. L’articolo traccia alcune linee guida molto interessanti anche per gli allevatori.

Sono davvero felice di questo articolo, e credo proprio che tutto questo sia anche la dimostrazione che se continui a crederci a volte i tuoi sogni possono diventare realtà.

Ringrazio di cuore il Prof. Roger Abrantes per il suo contributo e Fabrizio Giammatteo per la traduzione in lingua Italiana  :)!

Per chi fosse interessato l’articolo è disponibile in lingua originale  lingua originale.

Debora Segna

Roger Abrantes, PhD

Roger and wolf 2I geni codificano i tratti che un organismo mostrerà, sia fisici che comportamentali, ma i geni non sono tutto. Anche l’ambiente di quell’organismo giocherà un ruolo cruciale nel modo in cui i geni si esprimeranno.

I geni giocano un ruolo importante nell’aspetto e nel comportamento di un organismo. I Fenotipi (l’apparenza di un organismo) sono determinati, in vari gradi, dal genotipo  (la somma di tutti i geni) e dall’interazione dell’organismo con l’ambiente. Alcuni tratti sono più modificabili da fattori ambientali, altri meno. Per esempio, mentre il colore degli occhi è completamente determinato dalla codifica genetica, i geni determinano quanto un individuo può crescere in altezza, ma l’alimentazione ed altri fattori esperiti da quell’organismo, determinano il risultato finale. In poche parole: l’ambiente in sé non può creare un tratto genetico, ma solo pochi tratti sono l’esclusivo prodotto della sola codifica genetica.

Lo stesso principio si applica al comportamento. Il comportamento è il risultato della codifica genetica e degli effetti dell’ambiente su quel particolare organismo. L’apprendimento è un particolare adattamento all’ambiente che alcune specie mostrano.

In piccole popolazioni, come le razze con un limitato numero di individui, il contributo genetico tende ad essere907000_10151626500182425_1872932409_o prevalente, perché non c’è abbastanza varietà. Perciò è molto importante che gli allevatori prestino particolare attenzione alle discendenze, che tengano registri impeccabili, che testino gli individui e scelgano con cura quale sistema riproduttivo usare. Eventuali fallimenti potrebbero portare a risultati altamente indesiderabili in poche generazioni, con la popolazione media che mostrerà tratti fisici e comportamentali indesiderati.

Alleviamo animali per diversi motivi. Allevare significa combinare il 50% dei geni di un animale (un maschio) con il 50% dei geni di un altro animale (unafemmina) e nel vedere cosa succede. Non possiamo mai scegliere singoli geni e combinarli per creare un animale perfetto, ma sapere quali tratti sono dominanti, quali sono recessivi ed essere in grado di leggere i pedigree ci sarà di aiuto.

Gli animali che selezionate per l’allevamento oggi avranno impatto sulla popolazione futura (a meno che non userete nessun esemplare della loro prole per gli allevamenti futuri).Ecco alcune linee guida per l’allevamento (ispirato da ‘20 Principles of Breeding Better Dogs’ di Raymond H. Oppenheimer).

  1. Scegliere con cura i due animali che volete far accoppiare. Se avete solo un numero limitato di esemplari a vostra disposizione, dovrete aspettare un’altra generazione per avere un qualunque progresso. Come regola empirica, dovreste aspettarvi che i figli siano migliori dei genitori.
  2. Le previsioni statistiche potrebbero non essere vere nell’ambito di un piccolo numero di animali (come in una cucciolata). La previsioni statistiche sono accurate quando sono applicate a popolazioni grandi.
  3. Il pedigree è uno strumento che vi aiuterà ad imparare quali tratti, desiderabili o indesiderabili, è probabile che un animale avrà.
  4. Se avete uno scopo ben definito per il vostro programma di allevamento, cosa che dovreste avere, potreste volere migliorare uno specifico aspetto, ma non dimenticate che l’animale è un tutt’unico. Per enfatizzare una o due caratteristiche di un animale potreste compromettere la bontà e la funzionalità dell’intero organismo.
  5. Sebbene, in generale, grandi cucciolate siano un indice di buona salute e di buone condizioni di allevamento, la quantità non significa qualità. La qualità è il prodotto di uno studio attento, della pazienza di aspettare il momento in cui il giusto materiale sia disponibile per l’accoppiamento, della valutazione di quanto avete già prodotto ,e soprattutto, di avere un programma di allevamento che guardi ad almeno tre generazioni successive a quella che state producendo oggi.
  6. I difetti ossei sono i più difficili da cambiare.
  7. Non perdete tempo con un buon animale che non si può riprodurre bene. I migliori  sono quelli che sopravvivono e che sono in grado di passare i loro geni alle future generazioni.
  8. Quando avete approssimativamente l’animale che volete, utilizzate l’outcrossing con moderazione. Per ogni caratteristica desiderabile che acquisirete, otterrete anche molti aspetti indesiderabili che dovrete eliminare nelle generazioni successive.
  9. L’inbreeding è il metodo più veloce per ottenere le caratteristiche desiderabili. Può spingere in avanti tratti nascosti che potrebbero essere indesiderati e che volete eliminare. Tuttavia, inbreeding ripetuti possono aumentare le probabilità di una prole affetta da tratti recessivi o deleteri.
  10. Una volta che avete ottenuto le caratteristiche che volete, il line-breeding con sporadici outcrossing sembra essere l’approccio più prudente.
  11. L’allevamento non crea niente di nuovo a meno che non incappiate in mutazioni favorevoli (che sono rare). Quello che otterrete è quello che era già lì per iniziare. Poteva essere rimasto nascosto per molte generazioni, ma era lì.
  12. I cuccioli di una stessa cucciolata  condividono una media del 50% di geni comuni, ma è solo una media. Ogni elemento ottiene in modo casuale un 50% di geni dal maschio (padre) e il 50% dalla femmina (madre), ma non necessariamente il 50% esatto da entrambi.
  13. I tratti ereditari sono ereditati in misura uguale da entrambi i genitori. Non aspettatevi da risolvere tutti i problemi in una generazione.
  14. Se il peggior animale della vostra ultima cucciolata non è migliore del peggior animale della vostra prima cucciolata, non state facendo progressi.
  15. Se il miglior animale della vostra ultima cucciolata non è migliore del miglior animale della vostra prima cucciolata, non state facendo progressi.
  16. Non scegliete un animale per la riproduzione per la migliore o la peggiore cucciolata che ha prodotto. Valutate il valore totale per la riproduzione di un animale dalla media del maggior numero di figliolanze possibili.
  17. Tenete a mente che la qualità è la combinazione della bontà e della funzionalità. Non è semplicemente la mancanza di tratti indesiderabili, ma anche la presenza di tratti desiderabili. E’ l’animale nel suo complesso che conta.
  18. Siate oggettivi. Non lasciate che i vostri sentimenti influenzino la scelta del vostro materiale per la riproduzione.
  19. Siate realistici, ma cercate l’eccellenza. Tentate sempre di ottenere il meglio che potete. Ma state attenti: quando alleviamo animali per speciali caratteristiche, stiamo giocando con il fuoco, cambiando il genoma che la selezione naturale ha creato e testato nel corso dei secoli.

Per maggiori informazioni:
http://rogerabrantes.wordpress.com
http://www.ethology.eu
http://www.canadianinuitdogs.com

]]> https://deborasegna.it/2013/05/07/geni-ambiente-e-allevamento/feed/ 0 Tosare il pelo del cane? Tutti i perché tra scienza e credenze https://deborasegna.it/2013/04/23/tosare-il-pelo-del-cane-tutti-i-perche-tra-scienza-e-credenze/ https://deborasegna.it/2013/04/23/tosare-il-pelo-del-cane-tutti-i-perche-tra-scienza-e-credenze/#comments Tue, 23 Apr 2013 17:22:18 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=721 Wet chocolate havanese puppy after bathSi avvicina l’estate e mi capita sempre più spesso di vedere in giro cani di varie razze a cui è stato fatto il servizio completo di “barba e capelli”.

Le toelette per animali, da un pò di anni a questa parte, si stanno diffondendo a vista d’occhio, soprattutto nelle grandi città, come veri e propri centri di bellezza per i nostri amici a quattro zampe.

In genere i centri di toelettatura offrono diversi servizi, come taglio delle unghie, pulizia degli occhi e delle orecchie, bagni antiparassitari, ma quello più diffuso e più richiesto dalla clientela riguarda la cura ed il taglio del pelo, che a detta degli esperti del settore, serve a valorizzare le forme del cane ai fini prettamente estetici.

Inoltre fra le varie scuole di pensiero c’è anche quella di altri professionisti del mondo cinofilo (tra cui veterinari, istruttori ed appassionati di cani) che affermano che il taglio del pelo del cane sia una pratica necessaria al fine di mantenere l’animale più fresco in estate. Sfortunatamente queste indicazioni sono scientificamente infondate e forse molti non sanno come funziona il meccanismo fisiologico di termoregolazione del cane. Tosare il cane pensando che in tal modo soffrirà meno il caldo o che diminuirà la presenza di peli sparsi in casa costituisce un grosso errore di valutazione che può danneggiarlo invece di arrecargli beneficio.

E’ perfettamente comprensibile che alcuni proprietari di cani, quando in piena estate c’è un caldo soffocante, possano guardare il loro Husky, o pastore maremmano e pensare  “Io ho tremendamente caldo così, non oso immaginare se dovessi andare in giro con un cappotto di pelliccia, credo proprio che vorrei morire”. Ma fare chiarezza sulla fisiologia del cane in maniera scientifica può aiutare a inquadrare questo argomento “scottante” sotto una luce diversa.

Gli studiosi chiamano cani e umani “homeotherms” ovvero animali a sangue caldo, perché mantengono costante la temperatura del corpo anche con temperature esterne estremamente diverse. Serpenti e lucertole invece adattano la loro temperatura corporea in relazione a quella esterna e sono chiamati “poikilotherm”, animali a sangue freddo.

Nelle persone la temperatura rimane approssimativamente 36.6° C anche se con piccole variazioni durante il giorno, indipendentemente dal fatto che fuori ci siano 10° o 32° C. Il corpo regola la temperatura in una parte del cervello chiamata Ipotalamo, che utilizza diversi sensori che sono critici per la regolazione della temperatura. Negli umani il sistema più importante per il controllo è il sudore, poiché per grammo di sudore che evapora si dissipa circa mezza caloria di calore.

Questo meccanismo è molto meno importante nei cani, perché, sebbene abbiano delle ghiandole sudoripare collocate prevalentemente sui polpastrelli e nelle orecchie, il principale meccanismo di regolazione termica consiste nell’inspirare aria con il naso ed espellerla dalla bocca ansimando. Tagliare il pelo non favorisce quindi in alcun modo la sudorazione (che i cani non hanno), ma elimina un prezioso strumento di conservazione della temperatura.

Il mantello del cane protegge dal freddo e dal caldo, impedendo la perdita di calore del corpo, con un grado di isolamento termico che aumenta con lo spessore (Schmidt-Nielson 1997).[ref]I peli crescono nei follicoli dalle papille nella parte bassa dell’epidermide. Nel follicolo crescono numerosi peli, con un pelo più lungo degli altri chiamato “pelo guardiano” (guard hair).( I cani possono ottenere una piloerezione alzando i peli guardiani, tramite la contrazione o l’allungamento delle fibre muscolari nella pelle (Whitehead et al. 1999).) Nota[/ref]

Il mantello del cane è costituito da due tipi di copertura: il pelo più lungo e più duro ed il sottopelo (morbido, lanoso, e molto più corto del pelo di copertura esterna). Il sotto pelo ha la funzione di trattenere il calore, mentre il pelo che si trova nella parte più esterna, scherma il corpo del cane proteggendolo dai raggi del sole e quindi dalle scottature della pelle e in parte dai parassiti.

Alcuni tipi di pelo (come quello dei cani nordici) oltre ad avere una funzione termoisolante,  sono anche impermeabili all’acqua e proteggono il cane dai rovi e dalla sporcizia; in generale il pelo è come l’isolamento ben fatto di una casa.

Ma come avviene la dissipazione del calore nei cani? Chiunque abbia avuto a che fare con questi quadrupedi sa che i cani ansimano quando hanno caldo, questo meccanismo permette al cane di perdere calore di cui non ha bisogno quando la temperatura è troppo elevata. Il meccanismo funziona sul principio di evaporazione, che è estremamente efficace perché si può perdere più o meno 540 volte il calore che si perderebbe cambiando la temperatura dell’aria. L’aria entra nel naso del cane e trova un tessuto complesso e molto irrorato, per cui assorbe calore ed umidità. Dopo aver ceduto ossigeno ai polmoni, l’aria viene espulsa in due modi diversi a seconda che il cane abbia bisogno di perdere calore oppure no:

  1. Se il cane non ha caldo espelle l’aria direttamente dal naso, l’aria compiendo il percorso iniziale all’inverso cede di nuovo calore al corpo e la perdita complessiva è minima per cui la temperatura corporea rimane costante. La dissipazione del calore inoltre, è correlata anche alla lunghezza della canna nasale dei cani, che in alcune razze come i brachicefali,  essendo più corta, è resa molto più difficoltosa rispetto ad altre razze con canna nasale più lunga.

  2. Se invece il cane ha caldo espelle l’aria dalla bocca ansimando. Ansimare comporta rapidi respiri superficiali che causano l’evaporazione di fluidi sulla lingua. Quando l’aria viene espulsa attraverso la bocca, poiché l’irrorazione del sangue è minore e la superficie esposta è molto più piccola,  il calore lascia il corpo del cane che riesce così ad abbassare la sua temperatura. Quindi, tanto più l’animale è accaldato, tanto più aprirà la bocca e tirerà fuori la lingua.

Questo meccanismo non interferisce con le altre funzioni vitali,  poiché consente all’animale di respirare un volume costante di aria.
E’ bene precisare comunque che il pelo del cane lo protegge dall’eccessivo riscaldamento del corpo, fino a quando la temperatura non raggiunge un livello troppo alto, quando questo accade deve cercare di dissipare il calore in altro modo, perché i meccanismi naturali, come l’ansimare non sono più sufficienti, per cui deve adottare comportamenti “artificiali”, quali sdraiarsi su una superficie fredda o entrare nell’acqua, dove un semplice meccanismo di “conduzione” lo aiuta a liberarsi del calore in eccesso.

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Per concludere, se pensate che il cane d’estate senta troppo caldo e che tosandolo magicamente avrà fresco… è assolutamente falso! E’ quindi una pratica da evitare a meno che non sia necessario, per cause di forza maggiore come, per motivi chirurgici o comunque legati alla salute dell’animale, perché tosandolo gli togliamo la sua protezione naturale esponendolo ai raggi solari, così da provocare possibili scottature, dermatiti e  tumori della pelle! Lo strato più esterno dell’epidermide umana si chiama “strato corneo”, è privo di vasi sanguigni ed è formato da due strati di cellule morte, composte da cheratina, una proteina che funge da “impermeabilizzante”. Nei cani (e anche nei gatti) lo strato corneo è molto più sottile di quello degli esseri umani, tranne che sul naso e sui cuscinetti delle zampe; ne consegue che la loro pelle è molto più delicata, sensibile e vulnerabile della nostra.

Il mantello del cane, anziché tosato, va curato proprio per via della sua importanza. I cani normalmente fanno la muta (perdita del pelo) due volte all’anno, in primavera e in autunno. La perdita del pelo in primavera serve a liberarsi del pelo invernale che non è necessario per l’estate, mentre quella in autunno serve a preparare la ricrescita del più folto mantello per la stagione fredda.

Alcune razza (come il Barbone o razze a pelo duro) non possiedono il sottopelo, e perdono solo il pelo di copertura durante tutto il corso dell’anno, ma non hanno la muta. Per questo motivo i cani senza sottopelo non dovrebbero essere tenuti all’esterno, se le temperature sono rigide o troppo elevate. Nei periodi della muta primaverile, si consiglia di spazzolare più frequentemente i cani per accelerare la perdita di pelo. I barboni per esempio oltre a non avere il sottopelo hanno un pelo a crescita continua a causa della selezione da parte dell’uomo che ha preferito cani con peli più lunghi e folti. Questi tipi di pelo dovrebbero essere mantenuti in ordine, spuntati e spazzolati più frequentemente rispetto agli altri, perché se trascurati,  possono avere problemi di dermatiti, pruriti, perdita di pelo, parassiti, pelle grassa, ecc.

La tosatura è quindi del tutto inutile per la maggior parte dei cani, con rare eccezioni come per il barbone e i cani con pelo a crescita continua, ai quali bisogna spuntarecane pelo infeltrito ogni tanto il mantello, mentre per alcune razze, come, il golden retriever, pastore maremmano, terranova, cani nordici e in generale tutti  quelli dotati di sottopelo, la tosatura non solo è inutile ma può danneggiare permanentemente il follicolo pilifero, facendo ricrescere un mantello assolutamente diverso dall’originale, più fitto ed ispido. Quindi se vedete un Malamute camminare per strada con un pelo lanoso ed infeltrito con molta probabilità è staro rasato in precedenza.

Prima di tosare il vostro cane chiedete ed informatevi bene se sia effettivamente necessario, anche se la selezione da parte dell’uomo ha allontanato molte razze dai loro antenati, interferire con questi meccanismi di regolazione che la natura ha creato può causare gravi danni.

Attenzione, qualsiasi sia il grado di termoregolazione dei cani questo non significa che debbano restare troppo a lungo sotto il sole soprattutto in estate o lavorare quando le temperature sono troppo elevate. Anche se alcuni cani hanno una termoregolazione più efficiente rispetto ad altri, quando fuori fa troppo caldo non riuscirebbero comunque ad abbassare la loro temperatura corporea.
Al fine di limitare lo stress ai vostri cani e problemi di salute, come colpi di calore, sarebbe di estrema importanza adottare qualche semplice accorgimento: tenete i vostri cani in luoghi freschi, non lasciateli mai in macchina (anche se all’ombra) durante la stagione estiva e nelle giornate troppo calde, cercate di uscire al mattino presto o in tarda serata.  Se vedete che nonostante questi accortezze, i vostri cani stanno soffrendo il caldo quando siete fuori, bagnateli spesso nelle zone più irrorate di sangue come: inguine, ascelle, zampe, orecchie e muso.
Questi misure preventive renderanno una piacevole estate per tutti.

Bibliografia

]]> https://deborasegna.it/2013/04/23/tosare-il-pelo-del-cane-tutti-i-perche-tra-scienza-e-credenze/feed/ 55 Il cioccolato è nemico dei nostri cani ? https://deborasegna.it/2013/03/28/il-cioccolato-e-nemico-dei-nostri-cani/ https://deborasegna.it/2013/03/28/il-cioccolato-e-nemico-dei-nostri-cani/#comments Thu, 28 Mar 2013 19:37:23 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=618 cani e cioccolataSi avvicina la Pasqua e purtroppo ancora molte persone non sanno che l`intossicazione da cioccolato è una delle più comuni che si possono verificare negli animali domestici. Anche quest’anno gli specialisti tossicologi ed operatori del Centro Antiveleni hanno lanciato l’allarme nel sito www.tox.it, in cui viene spiegato molto chiaramente cosa può accadere ai nostri amici animali.

Basti pensare che possono essere sufficienti anche solo 20 grammi di cioccolato per provocare gravissime intossicazioni o addirittura la morte dell’animale, come per esempio per cani dalle dimensioni di un barboncino.

Sebbene l’intossicazione da cioccolata sia tra le più comuni che si possono verificare,  fortunatamente la maggior parte dei casi si dimostra di scarsa gravità, anche se in alcune circostanze si verificano situazioni molto serie in cui l’animale rischia gravemente la vita. Tali rischi sono dovuti alla presenza di composti chimici, chiamati metilxantine, presenti nel cioccolato.

cani e cioccolata 2Nella famiglia delle metilxantine, fanno parte anche la teobromina, caffeina e teofillina, le prime due, sono eccitanti del sistema nervoso e del sistema cardiocircolatorio e provocano tremori, scosse muscolari, convulsioni, aritmie cardiache, crisi di ipertensione arteriosa mentre la terza (teofillina) ha effetti broncodilatatori. L’entità del quadro tossico è direttamente proporzionale alla dose ingerita.

In generale più è dolce la cioccolata, minore è la quantità di metilxantine presente in essa, infatti il cioccolato fondente è tra i più pericolosi perché solitamente essendo più puro la concentrazione di metilxantine è nettamente superiore.

Per rendervi più chiara la situazione vi riporto qui di seguito dei dati oggetto di studi in laboratorio. Per esempio, il cioccolato al latte contiene circa 140-173 mg di metilxantine per 100 grammi di prodotto mentre quello fondente ne contiene 1198-1232 mg per 100 grammi.

Sintomi di media gravità compaiono per dosaggi intorno ai 20 mg per chilo di peso dell’animale mentre l’intossicazione è severa per dosaggi intorno ai 40 mg/kg. Quindi, la dose fatale di cioccolata al latte per un piccolo cane come un barboncino è compresa tra 140 e 280 grammi, mentre quella di cioccolata fondente è tra 14 e 28 grammi.

Per un cane di media taglia, tipo un segugio, la dose fatale di cioccolata al latte per è compresa tra 450 e 700 grammi, mentre quella di cioccolata fondente è tra 55-80 grammi. Per cani di grossa taglia, come Labrador, possono risultare fatali uno o due chili di cioccolata al latte o 100-200 grammi di cioccolata fondente.

Se avete la passione per i cani, ma anche l’irresistibile tentazione per il cioccolato, state attenti a non lasciarne in giro per casa, il cane può mangiare tutto quello che trova, con conseguenze anche molto pericolose. Se avete il sospetto che il vostro animale abbia ingerito della cioccolata, bisogna prima di tutto cercare di capire la quantità che ne ha ingurgitato e chiamare subito il proprio veterinario.

Se volete comprare un uovo di Pasqua per il vostro amico a quattro zampe, forse non è proprio l’idea migliore, molto meglio un tradizionale osso 😉 Prima di dare un alimento particolare al nostro cane, informiamoci bene sulle possibili conseguenze perché a volte gli effetti possono essere fatali. E’ bene sempre essere coscienti di ciò che si fa.

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Miti da sfatare parte terza: Vita da cani o vita da peluche? https://deborasegna.it/2013/02/27/miti-da-sfatare-parte-seconda-vita-da-cani-o-vita-da-peluche/ https://deborasegna.it/2013/02/27/miti-da-sfatare-parte-seconda-vita-da-cani-o-vita-da-peluche/#comments Wed, 27 Feb 2013 21:42:26 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=571
Sta scritto che il re Salomone parlava con i quadrupedi, con gli uccelli, con i pesci e con i vermi. Anch’io parlo con gli animali, seppure non con tutti, come sembra facesse il vecchio re, e ammetto la mia inferiorità su questo punto. Però parlo con alcune specie che conosco bene, e senza bisogno di un anello magico. In questo anzi io sono superiore al vecchio re, che senza il suo anello non avrebbe compreso neppure il linguaggio delle bestiole con cui aveva maggior dimestichezza…io, per conto mio, trovo che comunque non è sportivo servirsi di un anello magico nei rapporti con gli animali: anche senza ricorrere alla magia le creature viventi ci raccontano le storie più belle, cioè quelle vere. E in natura la verità è sempre assai più bella di tutto ciò che i nostri poeti, gli unici autentici maghi, possono anche soltanto immaginare.

Questa bellissima citazione è tratta dal libro “l’anello di Re Salomone” del famoso zoologo austriaco e padre fondatore dell’etologia (scienza che studia il comportamento degli animali) Konrad Lorenz.
Già nel lontano 1949, Lorenz sosteneva l’importanza della comprensione del linguaggio degli animali e sottolineava quanto fosse essenziale comunicare con gli animali nel modo giusto, perché altrimenti c’era il rischio di commettere grossi errori.

Non è affatto strano che si possa comprendere il “vocabolario” di alcune specie animali; noi possiamo anche parlare “agli” animali, per lo meno nell’ambito dei nostri mezzi fisici di espressione, e nella misura in cui, dal canto loro, gli animali son disposti a prendere contatto con noi. Bisogna però stare attenti a “non sbagliare lingua”.

Con il passare degli anni la scienza ha fatto passi da gigante e le ricerche che aveva iniziato Lorenz riguardo il linguaggio canino si sono consolidate sempre di più, scoprendo quanto sia affascinante e lineare la comunicazione dei cani.
Il cane, ha un linguaggio completamente diverso dal nostro, è un animale visivo che comunica in parte con l’abbaio ma prevalentemente attraverso i segnali del corpo. Ogni movimento corporeo corrisponde ad un segnale ben specifico.
La codificazione di questi segnali è stata molto importante nella costruzione di una relazione equilibrata fra  uomo-cane, che fino agli anni ’80 era stata principalmente a senso unico.
Il cane non capisce il nostro linguaggio ma impara per associazioni ed ogni giorno con la nostra postura ed i nostri movimenti corporei non facciamo altro che comunicare “qualcosa” ai nostri amici a 4 zampe, ogni gesto corrisponde ad uno specifico comportamento. A volte questi segnali possono indurre il nostro cane ad avere un comportamento corretto ma il più delle volte otteniamo l’effetto contrario perché i nostri segnali sono spesso contraddittori fra loro e ciò determina che il nostro cane compia azioni sbagliate.

Le conseguenze di questi errori possono essere devastanti, rovinare la relazione fra il proprietario ed il povero cane che non riesce a comprendere il motivo per il quale il padrone sia spesso arrabbiato. Non dobbiamo mai dimenticare che il cane non conosce il nostro linguaggio, è come se qualcuno iniziasse a parlarci in una lingua a noi sconosciuta e l’errore che si fa spesso è che tendenzialmente ci rapportiamo con i nostri animali come se stessimo comunicando con un altro essere umano ma ciò è completamente sbagliato.
L’antropomorfizzazione dei nostri cani fa sì che spesso ci si convinca che alcuni loro comportamenti siano  riconducibili a quelli degli esseri umani, come per esempio: il cane fa i dispetti, il cane è geloso della figlia o del marito, il mio cane ama essere preso in braccio e così via.

Nel linguaggio canino ci sono alcuni segnali che i cani adottano per prevenire l’accadere di un evento, per interrompere qualcosa, per comunicare e calmare se stessi quando sono stressati o quando si trovano in una situazione di disagio. Questi segnali sono chiamati “segnali calmanti” o  “segnali di pacificazione”.
Tutte le razze del mondo comunicano nello stesso modo, e tutti i cani utilizzano i “segnali calmanti” quando si sentono a disagio per qualcosa.
Alcune razze come quelle nordiche/primitive utilizzano alcuni segnali molto più di altre.

berlusconi-monti-caneVi sarà capitato di vedere in tv, specialmente in questo periodo, alcuni politici e personaggi pubblici rilasciare interviste con graziosi cagnolini in braccio.
Questo comportamento non solo è sbagliato ma è molto stressante per gli animali.
Per manifestare il loro disagio molto spesso li vedrete adottare i “segnali calmanti”, come: girare la testa di lato, socchiudere gli occhi, tirare indietro le orecchie, alzare una zampa, sbadigliare spesso, ansimare, grattarsi spesso, leccarsi il naso e molto altro ancora. Se il cane si è stressato molto è possibile che vediate comparire anche la forfora sul suo manto.

Molte persone in buona fede credono che ai nostri cani piaccia molto essere accarezzati sulla testa, abbracciati, presi in braccio o che qualcuno si pieghi su di loro, ma esperimenti scientifici ad oggi hanno dimostrato che tutti questi gesti che gli esseri umani adottano abitualmente non solo non piacciono ai cani, ma sono estremamente stressanti per loro, anche se a volte possono tollerarli da parte dei proprietari.

Del resto anche a me darebbe molto fastidio se un estraneo mi mettesse una mano sulla testa o facesse tutte le altre cose che ho citato sopra.

Qualunque comportamento adottiate, ricordate che il cane non capisce il nostro linguaggio e comunica in modo diverso dal nostro, chiedetevi sempre se quello che pensate che sia giusto per voi lo sia anche per il vostro amico a quattro zampe.

Si dice che noi siamo degli “animali superiori” ed in quanto tali dovremmo avere l’umiltà e la voglia di imparare il linguaggio del nostro cane,  per riuscire a guardare le cose da altre prospettive.
Scoprire un nuovo linguaggio è la chiave vincente per aprire la vostra mente a qualcosa di estremamente affascinante e ricco di emozioni, solo così riuscirete a costruire una relazione equilibrata e a capire meglio come pensa il vostro cane.

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https://deborasegna.it/2013/02/27/miti-da-sfatare-parte-seconda-vita-da-cani-o-vita-da-peluche/feed/ 7
Miti da sfatare, parte seconda: cani piccoli, problemi piccoli. https://deborasegna.it/2013/02/10/miti-da-sfatare-parte-prima-cani-piccoli-problemi-piccoli/ https://deborasegna.it/2013/02/10/miti-da-sfatare-parte-prima-cani-piccoli-problemi-piccoli/#comments Sun, 10 Feb 2013 18:07:12 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=537 Nel mio lavoro mi capita di rispondere alle domande più disparate, di clienti o proprietari di cani che incontro casualmente per strada, e mi sono resa conto che ci sono molte convinzioni sbagliate e miti relativi al mondo di cani, per questa ragione ho deciso di scrivere una serie di articoli sui “Miti da sfatare”.

Il primo articolo riguarda una delle domande “tipo” più frequenti che mi rivolgono le persone che hanno il desiderio di prendere per la prima volta con sé un cane, che è più o meno la seguente:

“Vivo in un appartamento grande e spazioso, mi piacerebbe prendere un cane ma dovrebbe essere piccolo, tipo un Chihuahua, un Jack Russel, un Bassotto.. perchè mi hanno detto che le razze piccole sporcano poco, che sono molto adatte a stare in casa e che si possono addestrare facilmente perchè hanno un carattere estremamente docile. E’ vero ? Che razza mi consiglia?”

Nell’immaginario collettivo delle persone, la maggior parte delle volte il fatto di avere un cane piccolo corrisponde automaticamente ad avere in futuro problemi piccoli ma, lascitemelo dire, tutto questo non sempre corrisponde alla realtà.

Quando si ha a che fare con la vita di esseri viventi, allevatori, addestratori ed esperti cinofili dovrebbero avere l’onestà di dire quali sono le caratteristiche e le peculiarità di una determinata razza. Spesso però si tende ad assecondare le richieste e i desideri dei futuri proprietari pur di non perdere la potenziale “vendita” del cane o in altri casi per non pregiudicarne l’adozione. Per evitare problemi di gestione ed incompatibilità caratteriale con il proprio animale, consiglio a tutti di informarsi bene sul carattere della razza che si sceglie, in modo da sapere cosa ci si può aspettare dalla convivenza con il futuro membro della vostra famiglia.

Premesso che ogni cane, di qualsiasi razza e taglia, ha il proprio carattere, come del resto ogni essere umano, alcune volte avere un cane piccolo può corrispondere a problemi molto più consistenti di quanti ne possa dare un cane di taglia grande.
I cani piccoli sono ovviamente (fisicamente) meno ingombranti di quelli grandi ma alcune razze di taglia piccola sono sicuramente molto più invadenti ed “invasive” rispetto ai cani di taglia grande; quindi, se da una parte “i piccoletti” non occupano con la loro stazza i vostri spazi vitali, dall’altra, saranno costantemente ed attivamente presenti nella vostra vita, ed il più delle volte potrebbero mettere a dura prova la vostra pazienza.

Ci sono razze belle esteticamente, che vanno molto di “moda” da un pò di anni a questa parte, come il Chihuahua, il Piccolo Spitz Tedesco (Deutscher Spitz”), lo Yorkshire, il Jack Russel, il Bassotto o il Beagle, che hanno un bel carattere ma anche un’indole tendenzialmente iperattiva e che possono essere estremamente impegnativi.

I Beagle per esempio sono cani da caccia, che hanno bisogno di muoversi molto, di avere sempre “il naso a terra” per fiutare prede, magari in un bosco, ed odori interessanti per sentirsi veramente appagati, se vengono tenuti sempre in casa, o se li si porta solo a fare le classiche passeggiate nel quartiere, possono diventare molto distruttivi, e per manifestare il loro disagio possono emettere latrati e suoni molto acuti. Stesso discorso vale per il Bassotto, cane selezionato per la caccia e che il più delle volte viene “presentato” da molti allevatori come cane da compagnia, il bassotto nonostante le sue zampine corte è un cane molto attivo nonché un eccellente cacciatore e, per sentirsi appagato, avrebbe bisogno proprio di fare questo.
Inoltre abbiamo l’amatissimo Jack Russel, anch’esso cane straordinario ma estremamente iperattivo. Difficilmente vedrete un Jack Russel fermo, è una cosa molto rara e da buon cane da tana, ama infilarsi nelle tane di animali e scavare buche.

Quindi, sia il Jack Russel che il Bassotto ed il Beagle, forse non sono proprio adatti per una famiglia o per persone che non hanno voglia di fare molto movimento. Potete portare questi cani a passeggiare anche dieci volte al giorno ma non sarebbe comunque sufficiente per far sì che siano appagati, le uscite non dovrebbero essere misurate in quantità ma in qualità. Cani invece, come il Chihuahua, lo Yorkshire, o il Piccolo Spitz Tedesco, sono sicuramente meno impegnativi dal punto di vista del movimento, ma sono cani molto frenetici che abbaiano eccessivamente, e che difficilmente vedrete inattivi. Se siete persone che amano la tranquillità ed odiano i rumori acuti, pensateci bene prima di prendere con voi uno di questi cagnetti.

Come ho già detto più volte, può capitarvi di prendere un Jack Russel e di scoprire che ha un carattere tranquillissimo, come quello di una ragazza che ho conosciuto al nord, e che ho chiamato un “Jack Atipico”, ma le probabilità che possiate avere un cane con le caratteristiche sopra citate sono molto più elevate, rispetto al fatto che vi capiti un Bassotto o un Beagle apatici, quindi se siete consapevoli al 100% delle caratteristiche della razza che state scegliendo, allora va benissimo, perchè i cani piccoli sono meravigliosi sotto molti aspetti ma non fate l’errore di pensare che le razze di taglia piccola, siano più facili e più gestibili rispetto ai cani di taglia grande.

Ad esempio, contrariamente a quanto si possa pensare, una volta che si rende conto delle proprie dimensioni, l’alano è un ottimo cane d’appartamento. L’alano è un cane da compagnia eccezionale e lo consiglierei senza alcun dubbio anche a tutte quelle persone che vivono in appartamento e che hanno una vita poco dinamica, è ovvio che, pur essendo un animale estremamente tranquillo e pacato, come tutti i cani, ha bisogno di stimoli diversi e di socializzare con altre persone e cani al di fuori del proprio nucleo familiare. Ma ci sono anche altre razze di taglia grande che sono tendenzialmente docili, come il Terranova o il Bobtail.
La scelta di una cane è una cosa meravigliosa ed allo stesso tempo complicata, un momento sicuramente ricco di emozioni ma che può cambiare totalmente la nostra vita.
Per quante buone intenzioni si possano avere, l’adozione o l’acquisto di un cane dovrebbe essere una scelta razionale, in cui si è totalmente consapevoli di tutte le responsabilità che si avranno nei confronti dell’animale.
Qualunque scelta facciate, spero che questo articolo vi abbia chiarito un pò le idee e che vi aiuti ad indirizzarvi verso una decisione più consapevole per intraprendere il vostro viaggio con serenità.

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Cane problematico o proprietario problematico? Questo è il problema! https://deborasegna.it/2013/01/08/cane-problematico-o-proprietario-problematico-questo-e-il-problema/ https://deborasegna.it/2013/01/08/cane-problematico-o-proprietario-problematico-questo-e-il-problema/#comments Tue, 08 Jan 2013 22:10:23 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=486 cane_padrone 5Si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima e, in una certa misura, è sicuramente vero. Parafrasando questo detto si potrebbe dire, altrettanto a ragione, che “i cani sono lo specchio del padrone”. Oggi vorrei spiegare meglio queste considerazioni che ho fatto durante le feste natalizie.

Come ho scritto più volte nei post precedenti, la maggior parte dei problemi comportamentali dei cani, oltre ad avere una componente di natura genetica, purtroppo derivante spesso dalla selezione che fanno alcuni allevatori nella scelta dei riproduttori, prediligendo l’estetica anziché il carattere degli esemplari che si fanno accoppiare, sono frutto di una serie di errori ripetuti frequentemente nel tempo, da parte di noi proprietari e di pseudo-istruttori cinofili che ignorano, a volte in buona fede a volte per presunzione di sapere, la VERA comunicazione del cane ed i suoi bisogni. Altre volte possono derivare anche da vecchie credenze culturali che ancora oggi sono molto forti nel nostro paese.

Per inquadrare meglio il problema facciamo un piccolo passo indietro. L’addomesticazione del cane risale a circa 14.000 anni fa, e per migliaia di anni l’uomo lo ha utilizzato prevalentemente come animale da lavoro. In molte località del globo questa tradizione è ancora molto forte, per esempio nelle regioni artiche, dove gli Inuit utilizzano molto i cani per il traino delle slitte e sono convinti che fare loro troppi gesti affettuosi influisca negativamente sul rendimento lavorativo.

Grazie agli studi di molti etologi famosi, sono state fatte interessanti scoperte riguardo il linguaggio del cane, che non vede il proprietario solo come un dispensatore di cibo e carezze, ma che è invece un animale sociale capace di instaurare una relazione profonda con gli esseri umani. Come afferma il prof. Luigi Boitani (famoso etologo italiano) “L’attaccamento è un dato comportamentale, la cui natura deriva dall’instaurarsi di legami privilegiati tra il cane ed alcuni oggetti, luoghi, persone e consimili nel primo periodo di vita”.

Per merito di queste scoperte l’uomo ha iniziato a vedere il cane non solo come animale da lavoro ma anche come un essere estremamente sociale e con il quale instaurare una relazione affettiva. Fortunatamente c’è stata una bella rivoluzione di pensiero anche se ancora sono molte le persone con un grande confusione nella testa ed altre che la pensano come 14.000 anni fa ;).

In base alla mia esperienza ho potuto constatare che ci sono quattro categorie di proprietari di animali problematici:

IN BUONA FEDE Questa categoria comprende tutte quelle persone che in buona fede, pensano di sapere quale sia la cosa migliore per il proprio cane, e che hanno comunque l’umiltà di mettersi in discussione e di chiedere aiuto quando si rendono conto che qualcosa non va; personalmente stimo molto queste persone.

GLI UMANIZZATORI Sono persone che antropomorfizzano il proprio animale fino a credere che faccia dei pensieri, abbia sentimenti ed obiettivi identici a quella di noi esseri umani, questa distorsione della realtà molto spesso deriva da una totale assenza di informazioni o da informazioni acquisite prive di ogni base scientifica.

GLI INDECISI La terza categoria comprende tutti coloro che non sanno in primis cosa vogliono dalla vita e che agiscono e prendono decisioni solo sulla base dell’emotività del momento, senza fermarsi minimamente a chiedersi cosa stiano facendo e se possano recare danni al proprio animale.

I SUPERBI Infine ci sono coloro, che solo per aver ascoltato due cose giuste, magari in tv, hanno la presunzione di sapere, senza alcun dubbio, come comunica il proprio cane, quali siano i suoi reali bisogni e con quali metodi ottenerli, tra cui il più diffuso è probabilmente l’utilizzo della violenza. Se questo fosse un canto della Divina Commedia, finirebbero dritti nel X girone del Purgatorio a portare massi pesanti come tir ;).

Non ho mai amato gli estremi innanzitutto la cattiveria, che condanno senza remore, ma nemmeno il troppo buonismo e l’iperemotività, e non condanno le persone che commettono errori, tutti possiamo sbagliare perché siamo essere umani ma perseverare nell’errore è una cosa che accetto di meno.

Gli eccessi possono fare moltissimi danni, credo che la via di mezzo sia sempre un buon compromesso per ottenere il giusto equilibrio, anche la natura tende a ristabilire l’armonia di un sistema quando viene turbato.

Non si può dire “porto via il mio cane perchè perde il pelo in casa”, perchè “fa le buche,” oppure comprarne uno solo perché è un desiderio dei propri figli. Così come essere eccessivamente buoni e accondiscendenti può creare un animale ingestibile. Stiamo parlando della vita di un essere vivente del quale determiniamo lo sviluppo caratteriale con i nostri comportamenti. Forse prima di prendere un cane, scegliendolo soprattutto per la sua estetica, sarebbe consigliabile informarsi sulle peculiarità caratteriali di quella razza, perchè non tutti i cani sono compatibili con le abitudini ed il carattere dei futuri proprietari.

uomo-cane 1L’ambiente influisce molto sullo sviluppo di un individuo ma questo come è vero per gli esseri umani è vero anche per tutti gli altri esseri viventi. Per esempio se un bambino cresce in una condizione sociale disagiata, piena di violenza, criminalità e priva di stimoli positivi, pensate per esempio a posti che nell’immaginario collettivo sono sinonimo di queste condizioni, come il Bronx di qualche anno fa, sarà ovviamente diverso da un bambino che cresce in un ambiente equilibrato, che impara le lingue fin da piccolo, che legge molti libri, viaggia e si relaziona con altre persone. Come pensate possa diventare da grande un bambino che ha passato tutta la sua esistenza nel Bronx? Quante probabilità ha di diventare una persona non problematica?
Sono sempre più convinta che moltissimi problemi comportamentali siano lo specchio delle nostre frustrazioni, mi è capitato spesso di vedere cani che si comportavano in maniera simile ai propri padroni: aggressivi, insicuri, squilibrati e così via.

Ma allora perchè abbattiamo gli animali? Non sarebbe più semplice prima curare la causa e poi l’effetto? Non sarebbe più giusto rendere obbligatorio il patentino per avere l’idoneità a possedere un cane? Io dico di si!

L’evoluzione darwiniana per selezione naturale dà risultati nel lungo periodo, io spero che ogni giorno possa avvenire una piccola evoluzione culturale, che possa aumentare nel tempo la consapevolezza di cosa sia la vera natura e le vere emozioni dei cani e degli altri animali.

L’uomo è la peggiore arma di se stesso e di tutto ciò che è stato creato, le emozioni umane possono essere la nostra forza ma anche la nostra distruzione.

Se il vostro cane mostra sintomi che potenzialmente sono indice di problemi comportamentali, come ad esempio: scavare buche ossessivamente, distruggere le cose, abbaiare eccessivamente, ansia da separazione, aggressività, fobie, ecc…, abbiate la profondità di comprendere che si tratta di disagi complessi e di cui potreste anche essere involontariamente la causa, per via di un comportamento sbagliato e di rivolgervi a dei professionisti che possano indirizzarvi verso i metodi più efficaci per risolverli, anziché ricorrere a soluzioni drastiche come la violenza o l’abbandono del proprio animale.

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Cani e bambini https://deborasegna.it/2012/10/12/cani-e-bambini/ https://deborasegna.it/2012/10/12/cani-e-bambini/#comments Fri, 12 Oct 2012 12:11:17 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=429 Nelle ultime settimane mi è capitato spesso  di discutere con diverse persone, riguardo la drammatica vicenda  di una bambina di pochi mesi azzannata da un Siberian Husky. Questo argomento mi sta particolarmente a cuore, perché la tematica “cani e bambini” è molto più complessa di quanto,  superficialmente, sia spesso banalizzata dai media.

Quando abbiamo a che fare con un animale dobbiamo pensare che  non ha la capacità di fare dei ragionamenti complessi come noi, tale prerogativa è tipica dell’essere umano. Un animale, come è stato dimostrato dai più grandi scienziati, tra cui Marc Bekoff, sa provare emozioni, è sicuramente dotato d’intelligenza, e nel corso degli anni ha saputo sviluppare una maggiore capacità di “insight” (processo di apprendimento che porta alla risoluzione dei problemi), ma una delle cose che non vanno affatto sottovalutate è che tutti gli animali agiscono prevalentemente sulla base del loro istinto.

Fatta questa premessa, ci tengo a ribadire che mi stringo vivamente al dramma che stanno vivendo i familiari della povera piccola, ma allo stesso tempo non posso che farmi delle domande. perché un cane era stato lasciato solo nella stanza di un neonato? Si può davvero affermare che l’Husky in questione abbia agito per aggressività? Cosa è accaduto realmente? Credo che non sapremo mai la verità ma è giusto farsi delle domande riguardo a vicende così delicate.

Un cane di qualunque taglia o razza non andrebbe mai lasciato solo in presenza di bambini, soprattutto neonati, per due motivi importanti: il primo, è che un neonato, per via delle dimensioni e dei movimenti scoordinati è agli occhi di un cane  un soggetto da dominare, proprio come farebbe con un cucciolo. Il secondo motivo è legato al timbro di voce, i bambini come le donne hanno degli acuti molto alti e come è stato dimostrato in diversi studi, questa cosa spesso può innervosire l’animale o farlo sovreccitare. Basti pensare che la maggior parte dei cani “impazziscono” per i giochi con squeak. Ci sono delle razze che sono molto più sensibili ai suoni acuti, anche per via di uno spiccato istinto predatorio, per esempio le razze nordiche, i terrier, cani da pastori e bovari ma qualsiasi razza può potenzialmente essere un problema se gli istinti dell’animali vengono fortemente sollecitati.

Il Siberian Husky che ha “aggredito” la piccola, (sempre che di aggressione si tratti), a detta delle persone che lo conoscevano, era un animale buono e mansueto che fino ad allora non aveva mostrato alcun atteggiamento aggressivo. Quindi, come si può affermare con assoluta certezza che il cane abbia agito con aggressività? Come ho scritto sopra, i cani spesso si sovreccitano nel sentire i toni acuti e talvolta tendono a dominare i bambini come se fossero i loro cuccioli, non voglio giustificare l’animale, anche perché non sappiamo cosa sia accaduto realmente ed il tipo di morso che ha subito la bambina, ma perché non dovremmo considerare anche altre ipotesi al di là dell’aggressività? Magari può essere accaduto che il cane abbia tentato di prendere la bimba come se stesse prendendo un cucciolo dalla collottola, oppure, il cane si è sovreccitato nel sentire gli acuti della neonata ed abbia cercato di prenderla, purtroppo, come se si trattasse di un gioco. Non dobbiamo mai dimenticare che l’animale agisce soprattutto d’istinto e ciò non significa che l’essere istintivi corrisponda all’essere aggressivi. Un animale è un animale, un essere vivente che merita rispetto ma  che non dovrebbe essere mai umanizzato.

Se le persone prima di prendere un cane con sé, si fermassero a riflettere per fare delle scelte più consapevoli e reperissero informazioni, forse si eviterebbero molti spiacevoli incidenti di percorso.

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