ringhio di difesa – Debora Segna, addestramento cani, istruttore cinofilo FISC Libertas https://deborasegna.it Addestramento Cani Fri, 23 Nov 2018 23:52:02 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.4.4 https://deborasegna.it/wp-content/uploads/2016/04/Favicon-340x340.png ringhio di difesa – Debora Segna, addestramento cani, istruttore cinofilo FISC Libertas https://deborasegna.it 32 32 Perché i cani ringhiano https://deborasegna.it/2018/11/24/perche-i-cani-ringhiano/ https://deborasegna.it/2018/11/24/perche-i-cani-ringhiano/#respond Fri, 23 Nov 2018 23:03:16 +0000 https://deborasegna.it/?p=2022

ARTICOLO DI MARC BEKOFF SUL RINGHIO

Prefazione

Qualche giorno fa mi sono imbattuta in alcune discussioni qui su Facebook, nelle quali si parlava del ringhio.
Diverse persone del mondo della cinofila sostengono, che al di là del ringhio di gioco, i cani emettano questo segnale solamente per minacciare o dare un avvertimento e che se un ringhio venisse rivolto nei confronti dell’umano con il quale il cane ha instaurato un rapporto fin da cucciolo, equivarrebbe a un fallimento della relazione.

Personalmente, come ho già ribadito in più post, ritengo (in base anche alla mia esperienza) che nel ringhio non ci sia nulla di negativo e che non sempre dietro questo tipo comunicazione si celino cattive intenzioni. Un cane può ringhiare per svariate motivazioni, che differiscono a secondo del contesto e dell’emozione che vi è dietro. Ed è importante sempre comprendere cosa ha spinto il cane a ringhiare.

Mi sono confrontata con il professor Marc Bekoff, uno dei maggiori esperti di etologia al mondo, il quale ha scritto un bellissimo articolo che racchiude le sue riflessioni sul ringhio, che coincidono anche con le mie, e ha inoltre citato molti studi scientifici su questo delicato e variegato argomento.

Buona lettura!!
Debora Segna

Perché i cani ringhiano

Il ringhio non è così semplice come sembra e talvolta è completamente appropriato.

Tradotto dall’articolo di Marc Bekoff per Psychology Today, Why Dogs Growl.

Qualche giorno fa l’educatore cinofilo Italiano Debora Segna mi ha contattato sottoponendomi un post Facebook del veterinario e filosofo Dottor Roberto Marchesini, nel quale l’autore scrive:

“Se il mio cane mi ringhiasse in una qualche interazione con lui, che non fosse il ringhio scherzoso del gioco ma un ringhio di avvertimento minaccioso, mi porrei delle domande sul rapporto che ho costruito. Non lo vedrei come una semplice rivendicazione ma come un mio fallimento. Ovvio, non parlo di cani adottati già adulti e con mille problemi, dove occorre lavorare. Ma nella mia vita ho avuto tantissimi cani e quelli tirati su fin da cuccioli non mi hanno mai ringhiato. Quelli presi dal canile magari i primi tempi lo hanno fatto, ma poi hanno smesso. Vedo che c’è in giro la tendenza a sottovalutare un comportamento che viceversa è sempre una spia di un disagio di relazione.”

Quindi secondo il Dottor Marchesini, il ringhio al di fuori di un comportamento del gioco non è accettabile in un’interazione tra il cane e il suo compagno umano.

Il ringhio è un comportamento/vocalizzazione complesso e io non lo vedo come un’indicazione di una relazione fallimentare o disfunzionale. I cani sono animali vocali, e la maggior parte di noi hanno sentito da loro una varietà di suoni, dal ringhio all’abbaio, passando per guaiti e piagnucolii.

Ma quanto siamo bravi a determinare lo stato emozionale di un cane quando lui (o lei) ringhia?

Uno studio nuovo e molto importante, dei ricercatori ungheresi T. Faragó, N. Takács, Á. Miklósi, and P. Pongrácz, intitolato: Dog growls express various contextual and affective content for human listeners, mostra che siamo piuttosto bravi ad assegnare un contesto e uno stato emozionale a differenti tipo di ringhio e che le donne sono in genere migliori degli uomini nel farlo. Per una discussione su questo importante studio potete guardare: Dogs Growl Honestly and Women Understand Better Than Men.

Posso capire perfettamente perché un cane arrivi a ringhiare o trovare un’altra forma espressiva per dire a un umano che non gli piace qualcosa che sta facendo, o che non si sente a proprio agio. Più semplicemente ci sta comunicando che è infastidito. Un ringhio non significa sempre che il cane attaccherà l’umano o cercherà di fare di più che vocalizzare quello che sente. E’ un modo per per dire qualcosa del tipo “Fermati, questa è la mia pallina o il mio cibo e non ho voglia di condividerla con te”, oppure “Sto dormendo e apprezzerei se non mi disturbassi”. Anzi dovremmo essere contenti di questo genere di risposta perché ci fa capire che ci sono dei confini chiari su cosa il nostro cane vorrebbe che facessimo.

Quando un cane sta vocalizzando dobbiamo prestare molta attenzione al suo linguaggio corporero — per esempio dove sono la sua coda e le sue orecchie, così come la postura o la sua andatura, poiché i cani spesso comunicano usando quello che gli etologi chiamano segnali composti che contengono informazioni provenienti da diverse modalità sensoriali. I segnali composti possono inoltre contenere più informazione, rispetto a quelli di una modalità sensoriale singola. (Vedere Do Dogs Recognize “Dog” and What They’re Feeling From Afar? e Unleashing Your Dog: A Field Guide to Giving Your Canine Companion the Best Life Possible).

Non sono d’accordo con il Dottor Marchesini quando scrive che “ringhiare è sempre una spia di un disagio relazionale”. Il ringhio è, per molti versi, l’indicazione di una relazione che si sviluppa, nella quale un cane sta dicendo ad un umano cosa vuole e di cosa ha bisogno, e una relazione sana e reciproca richiede comprensione e rispetto. Questo non per dire che il ringhiare sia necessariamente benvenuto, quanto piuttosto per dire che il ringhio può essere un segnale con tante sfumature e comunicare sottili messaggi che sono tutti parte di una relazione sana.

Quando il ringhiare è parte di un segnale composto può essere più difficile stabilire cosa il cane sta cercando di comunicare. Per esempio, quando il ringhio avviene durante una sessione di gioco tira-e-molla e un cane sta vocalizzando ed esprimendo altri pattern comportamentali, non è necessariamente perché due cani, oppure un cane e un umano, sono in competizione l’uno con l’altro. (Vedere What’s Happening When Dogs Play Tug-of-War? Dog Park Chatter).

Potrebbe essere invece che si stanno semplicemente divertendo. Riguardo il tira-e-molla, nel suo libro intitolato Play with Your Dog, l’educatore Pat Miller scrive: “Tira con tutte le tue forze e non ti preoccupare se il tuo cane ringhia. E’ tutto parte del gioco e se gli altri comportamenti del cane sono appropriati, lascialo ringhiare fino allo sfinimento!” E io sono d’accordo e la penso nello stesso modo quando una persona gioca e si azzuffa con il proprio cane ed è sicuro che il suo amico a quattro zampe si stia divertendo e l’interazione rimane giocosa. Buttarsi a terra e sporcarsi con un cane è un momento incredibilmente speciale, spensierato e gioioso, purché avvenga nel modo che il cane desidera. (Guardare Get Down and Dirty With Your Dog: Bow, Hug, and Tug.”)

E’ essenziale per le persone parlare “canese”.

E’ essenziale per le persone diventare fluenti nel linguaggio del cane — sviluppare una cultura cinofila — così da essere in grado di capire cosa sta comunicando il cane quando mette in atto uno specifico pattern comportamentale o emette un particolare suono. Come enfatizzo in Canine Confidential: Why Dogs Do What They Do, che sarà pubblicato in Italiano all’inizio del 2019, con il titolo “Nella mente e nel cuore dei cani: Vita emotiva e comportamento del vostro migliore amico”), se gli umani sono bravi nel capire cosa i cani stanno dicendo e provando quando ringhiano, questo potrebbe aiutarci nel comprendere cosa stanno facendo, o potrebbero essere in procinto di fare in una specifica situazione. Come nota l’esperta di comunicazione animale Holly Root-Gutteridge dell’Università di Sussex (UK), nel suo sunto dell’articolo ungherese sopra citato, “Imparare queste differenze potrebbe aiutare a ridurre le aggressioni dei cani verso gli umani, così come a migliorare il comportamento dei cani, poiché saremmo in grado di capire quando una minaccia è reale o è giocosa”.

Quando un cane ringhia è il momento di riesaminare la relazione cane e umano

“Il mio labrador ringhia quando è a corto di parole. Non è cattiva o minacciosa.” – (email ricevuta in risposta a questo articolo)

“Il mio Barney ha sempre ringhiato giocando a tira e molla, e anche quando è sdraiata a dormire e io tento di baciarlo, mi fa un ringhio leggero per dirmi: “lasciami in pace e fammi dormire!” – (email ricevuta in risposta a questo articolo)

Quando un cane ringhia è il momento giusto per riesaminare la relazione che una persona ha con il proprio cane (o cani) e tentare di capire il perché il cane ringhia in certe situazioni. Sicuramente non è il momento di punirlo per “qualcosa che non dovrebbe mai fare” o per “qualcosa che al suo umano non piace”, poiché spesso è l’unico modo che il cane ha di stabilire dei confini. Non sto dicendo che il Dottor Marchesini suggerisca che i cani dovrebbero essere puniti per il ringhio fuori dal gioco (o anche talvolta perché ringhiano mentre giocano, perché anche questa è una cosa di cui sono stato personalmente testimone), ma piuttosto sto suggerendo che quando un cane ringhia fuori dal gioco c’è probabilmente una buona ragione per farlo ed è tempo per il suo umano di tentare di capire il perché e di trovare una soluzione che lo riduca al minimo o lo prevenga completamente. Da parte sua il cane di informa il suo umano su cosa gli piace e cosa no, e lui dovrebbe portarne a conoscenza anche le altre persone.

Uno dei cani che ho adottato anni fa ringhiava quando un altro cane o una persona, compreso me stesso, si avvicinava a lui quando stava mangiando o giocando con il cibo. Fui in grado di insegnargli a non ringhiare in molte occasioni, specialmente quando ero io l’intruso vicino al “suo cibo”, e il suo ringhio divenne meno intenso e, talvolta, appena percepibile.

Realizzai inoltre che ringhiare era il suo modo per dire “lasciami in pace” e “questo è il mio cibo, ne ho bisogno”, molto probabilmente, per via di come era stato trattato (anzi maltrattato) quando era giovane e solo e aveva dovuto trovare e difendere il cibo, prima che venisse aiutato da un’associazione di volontariato e fosse adottato da me.

Non fece mai niente di più che ringhiare e io semplicemente dissi alle altre persone di lasciarlo stare quando era vicino a del cibo. E questo funzionò molto bene — non ci fu mai nessuna aggressione e tutto quello che fece fu il ringhiare qualche volta per poi fermarsi — e anche gli altri cani impararono rapidamente che dovevano lasciarlo stare quando stava mangiando. Non avevamo una relazione disfunzionale, ma un’amicizia profonda e durata per molti anni. E ho sentito numerose storie da tante persone riguardo situazioni in cui il loro cane, solitamente amichevole, ringhiava, senza mai fare nient’altro.

Decodificare quello che i cani stanno dicendo e sentendo — leggendo accuratamente il loro umore — è necessario se vogliamo vivere armoniosamente insieme, ed essenziale affinché gli incontri con altri cani e persone siano il più amichevoli possibile. E’ inoltre essenziale che guardiamo ogni cane come un individuo unico, perché non esistono due cani identici. (Guardare “Let’s Give Dogs a Break by Distinguishing Myths From Facts” e i link nell’articolo). I cani, anche se fratelli giovani, mostrano incredibili differenze individuali e la spiegazione dei loro modelli comportamentali potrebbe andare bene per un cane, per due, per dieci, ma potrebbe non funzionare per tutti gli altri. Uno degli aspetti più interessanti dello studiare i cani è proprio il concentrarsi sulle marcate differenze comportamentali, sulle diverse personalità e sul diverso modo in cui si adattano a vivere in un mondo dominato dagli umani. Queste forti distinzioni e le situazioni variabili in cui sono studiati, sono spesso responsabili del fatto che studi che si focalizzano su domande simili, ottengano risultati molto diversi.

Apprezzo molto il post del Dottor Marchesini perché  è un buon catalizzatore per iniziare una discussione sul ringhio, su altri tipi di comportamento e sulle interazioni fra uomo e cane. Tuttavia, ancora una volta, vorrei sottolineare che il ringhio non è sempre una minaccia e che dobbiamo studiare in dettaglio il contesto nel quale avviene, che cos’altro sta facendo il cane — per esempio se il ringhio è parte di un segnale composto — e gli individui che sono coinvolti.

Più comprendiamo il comportamento del cane e meglio sarà per lui, per gli altri cani e umani, insomma un gioco in cui vincono tutti. Tutto quello che dobbiamo fare è prestare attenzione a quello che i cani ci stanno dicendo. E’ davvero divertente diventare “istruiti sul linguaggio dei cani” e conoscere meglio questi straordinari esseri viventi con cui condividiamo le nostre case e i nostri cuori. Sarà un piacere scrivere ancora sulle ultime ricerche e idee sul comportamento dei cani e sulla relazione con gli umani nei prossimi articoli.

Articolo originale in inglese su:

 https://www.psychologytoday.com/us/blog/animal-emotions/201811/why-dogs-growl

Traduzione autorizzata dal Prof. Bekoff a cura di Fabrizio Giammatteo

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Fermati altrimenti ti ringhio!!! Perché il ringhio è una cosa buona? https://deborasegna.it/2014/06/29/fermati-altrimenti-ti-ringhio-perche-il-ringhio-e-una-cosa-buona/ https://deborasegna.it/2014/06/29/fermati-altrimenti-ti-ringhio-perche-il-ringhio-e-una-cosa-buona/#comments Sun, 29 Jun 2014 19:02:39 +0000 http://www.deborasegna.it/?p=1385

La compassione e l’empatia per il più piccolo degli animali è una delle più nobili virtù che un uomo possa ricevere in dono.

Charles Darwin

ringhio cane e uomoL’articolo di oggi si concentra su un altro “mito da sfatare” molto popolare nel mondo cinofilo: il temuto ringhio.
Innanzitutto, vi siete mai chiesti se il ringhio sia una cosa giusta o sbagliata? Il ringhio di un cane è una cosa assolutamente buona ed ora vi spiegherò il “perché” attraverso il racconto di una storia fatta proprio di ringhi ;).

Qualche tempo fa ho lavorato con un cane, una giovane  femmina di taglia media, per desensibilizzarla a non attaccare le persone estranee alla sua famiglia, perché ogni qualvolta qualcuno si avvicinava nel suo raggio di azione, la piccola si irrigidiva ed iniziava ad emettere un ringhio basso e se si provava ad avanzare verso di lei scattava e attaccava subito alle gambe.
Il cane in questione era stato adottato da un canile e aveva subito dei maltrattamenti da parte di persone che l’avevano picchiato ripetutamente, la sua reazione era quindi dovuta alla paura perché i cani non agiscono o reagiscono mai senza una motivazione.

Quando la vidi per la prima volta lei si comportò con “il solito rituale” che mi avevano descritto i proprietari: si irrigidì ed iniziò a ringhiarmi. Non appena iniziò a ringhiare, mi fermai, la rassicurai con la mia voce dal tono basso e sereno e poi molto lentamente mi allontanai da lei. Non appena mi vide lontana dalla sua “area di protezione”  smise di ringhiare anche se non faceva altro che monitorare ogni mio movimento. Quando la cagnetta non era più focalizzata solo su di me (e ci volle più di un ora),  iniziò a rilassarsi  così io le iniziai a lanciare da lontano un po’ di bocconcini appetitosi, ed ogni volta che mangiava con atteggiamento tranquillo, dissi ai proprietari di gratificarla con un bel “bravo”,  per rinforzare il comportamento positivo. Tutto questo sempre nel pieno rispetto della distanza che lei riusciva a tollerare verso gli estranei. I proprietari mi chiesero per quale motivo non l’avessi corretta o sgridata, ed io gli risposi che per costruire un rapporto di fiducia non servivano urla o correzioni fisiche, perché così facendo non avremmo rispettato la volontà del cane (che già non aveva più fiducia nell’uomo) ma avremmo piegato la sua volontà alla nostra e non saremmo stati migliori di quelle persone che in precedenza l’avevano picchiata.

Non sto dicendo che per essere “un buon leader” dobbiamo lasciare che il cane faccia sempre ciò che vuole ma non significacesar millan e labrador nemmeno che bisogna  essere autoritari, come si vede nel programma di Cesar Millan. Un buon leader non è colui che “comanda” il branco, ma colui che lotta con e per il branco, trasmettendo agli altri un autorevole senso di sicurezza. Non dimentichiamo, che dal punto di vista percettivo di un cane noi siamo parte del branco, e sta quindi a noi cercare di essere una guida credibile e degna di fiducia. Ritornando alla nostra storia, i proprietari, per il fatto che non sgridai la piccola, mi guardarono in modo scettico, ma io gli chiesi di fidarsi di me e di cercare di compredere quello che stava provando la loro cagnolina. I cani hanno una comunicazione diversa dalla nostra e, mentre ad un essere umano impaurito avrei potuto dire:  “ehi, non preoccuparti, va tutto bene, non ti farò del male”, con un cane bisogna farsi capire con il linguaggio del corpo e con un timbro di voce rassicurante.  Se non mi fossi fermata al ringhio del cane, perché lo ritenevo un affronto troppo grande, e se lo avessi sgridato o punito, il cane avrebbe appreso che quel segnale non serve a nulla e che è necessario comunicare in modo più diretto, quindi l’inibizione del ringhio avrebbe potuto indurlo a passare direttamente al morso per difendersi da quello da cui si sentiva minacciato.

Quando un cane ringhia ci possono essere  diverse ragioni. Spesso i cani lo fanno quando giocano con i loro simili o con il loro proprietario, ringhiano per la difesa delle risorse o quando si sentono minacciati da qualcosa o qualcuno. Possiamo riconoscere almeno tre tipi di ringhio:

  • Ringhio di gioco
  • Ringhio di difesa
  • Ringhio di minaccia

growl_snarlIl ringhio di gioco è di breve durata e molto acuto e  lo si capisce da diversi atteggiamenti, quali: postura rilassata, coda scodinzolante, abbai striduli, saltelli, abbraccio dell’altro cane e dal contesto. Il ringhio di gioco è di solito preceduto da una sorta di inchino che il cane fa all’altro piegandosi sulle zampe anteriori e che si chiama “invito al gioco”.
Il ringhio di gioco molto di rado può sfociare in un comportamento aggressivo, è come se due amici scherzando e con il sorriso sulle labbra si dicessero “se ti avvicini ti faccio vedere io”.

Il ringhio di difesa di una risorsa (in inglese chiamato growl), è in genere “un suono di avvertimento” in cui il cane emette un suono profondo e, a volte, con un labbro leggermente alzato mostra in parte i denti ed è come se dicesse: “ehi, fermo li! ti stai avvicinando troppo!”. E’ il tipico ringhio che il cane potrebbe emettere quando ci si avvicina alla ciotola del cibo o al suo gioco preferito.

Indi ringhio
Foto del Dott. Franco Milani

Il ringhio di minaccia (snarl) viene emesso dal cane quando si sente minacciato da un pericolo, ha un suono molto più profondo, naso e labbra sono increspate e tirate indietro, i denti ben scoperti e digrignati. Se il cane arriva a quest’ultima fase significa che il ringhio di avvertimento è stato inefficace e di solito il ringhio di minaccia precede un imminente attacco fisico. Il ringhio di minaccia può essere aggressivo dominante o aggressivo sottomesso. In ogni caso ogni ringhio è sempre collegato al precedente ed è un escalation di comportamenti che il cane attua per evitare in tutti i modi il conflitto. Difficilmente un cane che ringhia per gioco o per la difesa di una risorsa passerà direttamente all’attacco.

Quando il vostro cane ringhia dovreste esserne fieri perché è il suo modo per dire: “stai esagerando, per favore fermati !!!” è il suo modo di comunicare e di far capire a voi e a chi gli sta di fronte che sta vivendo una situazione in cui si sente in difficoltà. Quante volte vi siete trovati in delle situazioni in cui avreste voluto fuggire via? E quante volte avete detto a qualcuno: “basta mi hai stancato” ! Un cane non può esprimere ciò che sente con le parole ma lo fa con il SUO linguaggio, fatto di segnali corporei e vocalizzi ed il ringhio “Grrrrrrrh” rientra proprio in questo, è uno dei suoni del suo vocabolario canino. Credo che i cani come gli umani abbiano tutto il diritto di sentirsi a disagio in una situazione, perché non sono meno sensibili di noi.
Anziché reprimere ciò che ci stanno comunicando i nostri animali proviamo ad ascoltarli ed a metterci “nella loro pelle” perché  le imposizioni possono essere davvero deleterie.

I cani utilizzano molti segnali per farci capire che si sentono in difficoltà, per esempio, ancor prima di emettere il ringhio,  irrigidiscono il corpo e poicane che guarda lanciano “un’occhiata fulminate” alla persona o all’animale che gli desta preoccupazione. Anche noi esseri umani lo facciamo spesso, basti pensare alle nostre mamme, quando facevamo qualcosa che poteva metterle in imbarazzo con le altre persone, e ci lanciavano quello “sguardo fulmineo” che senza proferir parola comunicava in modo eloquente tutto quello che avrebbero voluto dirci a parole. I cani, a differenza degli esseri umani, riescono ad intercettare subito quell’occhiata fulminante e solitamente  quando un loro simile gli lancia “quello sguardo” capiscono l’avvertimento per evitare lo scontro.

Ricordate che un cane equilibrato conosce bene questi segnali ed eviterà lo scontro in tutti i modi ma se un umano non si ferma, e se il cane non ha alcuna via di fuga, quasi certamente verrà morso. Quando si sentono notizie riguardo le aggressioni dei cani verso l’uomo, e in particolar modo verso i bambini, cerchiamo di prendere le cose con le pinze e di capire quale sia la vera dinamica del caso anche se è una cosa davvero difficile, perché spesso un morso di un cane fa più audience rispetto ad un proprietario che ha mancato di rispetto al suo cane o che lo ha reso aggressivo.
Purtroppo capita che siano spesso i bambini ad avere la peggio nelle aggressioni, perché un cane quando arriva ad uno scontro con un umano usa la stessa tecnica che applicherebbe  con un suo simile per correggere “l’avversario”, lo fa in due modi o lo blocca dal muso o lo afferra al collo, e i bambini trovandosi all’altezza del cane sono più facilmente attaccati in queste zone. Generalmente l’intenzione del cane non è quella di ferire veramente, ma, a differenza dei nostri amici a quattro zampe, la nostra pelle è molto delicata e basta poco per provocare delle lesioni anche serie. Quindi, chiediamoci sempre quale sia veramente la percezione e l’intenzione del cane. Voleva mordere o solo correggere? In entrambi i casi, perché si è spinto così avanti?

Vorrei mostrarvi quello che succede quando non si osservano i segnali che il cane invia e non si rispetta la dignità degli animali. Nel video seguente il famigerato Cesare Millan, riceve un morso da un cane che ha volontariamente provocato, mentre era intento a mangiare e ha continuato, incurante dei numerosi avvertimenti che la labrador gli stava inviando.

Finisco di raccontarvi la storia della cagnolina ringhiosa. Abbiamo lavorato con  lei per tre mesi, cercando di rinforzare nella sua testa che gli umani potevano darle anche cose belle anziché cose brutte e alla fine siamo arrivati al punto in cui lei si faceva toccare da tutti, bambini compresi. Ed ogni volta che vedeva una nuova persona in casa l’accoglieva scodinzolante portandogli una palla gialla in bocca per farsela tirare. Lei si fidava di nuovo dell’uomo perché aveva capito che, fortunatamente, non tutti gli esseri umani sono cattivi.

Growl3Sono state fatte molto ricerche sul ringhio del cane e in una di queste per osservare la comunicazione  fra cani (intraspecifica), i ricercatori hanno registrato i ringhi di 20 cani adulti in tre differenti situazioni.
Nel primo esperimento hanno registrato il ringhio di gioco mentre il proprietario ed il suo cane giocavano al tira e molla (o tiro alla fune).
Nel secondo ad un cane che era al guinzaglio veniva dato un grosso osso carnoso e mentre lo sgranocchiava, i ricercatori facevano entrare un altro cane (anche questo tenuto al guinzaglio), e lo inducevano a cercare di impossessarsene provocando un ringhio di avvertimento del primo, che cercava di difendere la sua risorsa. Non dimentichiamo che per i cani il cibo è sopravvivenza, è un istinto ancestrale scolpito nel loro DNA. Chiaramente nessun cane si è ferito durante l’esperimento ;).
Nella terza situazione c’era un cane, tenuto al guinzaglio dal suo proprietario, mentre un uomo sconosciuto si avvicinava furtivamente, fissandolo negli occhi, questo induceva il cane a reagire con un ringhio di minaccia, perché si sentiva in pericolo e doveva salvaguardare la propria esistenza.

I ricercatori, guidati da Tamas Farago del Department of Ethology della Eotvos Lorand University, hanno valutato le caratteristiche dei vari ringhi: la durata, la frequenza fondamentale (pitch) e un parametro chiamato “dispersione delle formanti”, che indica la lunghezza del tratto vocale.
L’analisi ha rilevato una netta differenza fra il ringhio di gioco, molto acuto e dal suono di breve durata degli altri due ringhi, quello di avvertimento, e quello di minaccia, chiamati “ringhi agonistici”. La cosa interessante, ha dichiarato Pongracz, un ricercato del team, è che nell’analisi dei ringhi agonistici non c’era alcuna differenza acustica percepibile né dalle macchine che li avevano registrati né dall’uomo, mentre al contrario, i cani sembravano distinguere alla perfezione le differenze fra i vari ringhi.
Quando i ricercatori hanno fatto ascoltare i ringhi ai cani, lasciando un osso incustodito vicino a loro, quando sentivano il ringhio di gioco e quello di minaccia i cani prendevano l’osso tranquillamente ma quando veniva fatto sentire loro il ringhio di guardia/avvertimento per la risorsa cibo, erano molto più titubanti nell’afferrarlo.

Se molti cani non hanno più una corretta comunicazione la motivazione discende da comportamenti sbagliati che adottiamo noi esseri umani, dalla selezione che ha allontanato sempre di più le razze dal loro progenitore originario, alterandone a volte le caratteristiche fisiche e la loro capacità di comunicare e purtroppo anche da parte delle scelte di una minoranza di allevatori poco coscienziosi che ha prediletto criteri estetici, trascurando gli aspetti comportamentali, facendo spesso accoppiare esemplari troppo vicini geneticamente o predisposti all’aggressività.

Se continueremo a piegare  la natura per le nostre “esigenze” senza farci molte domande, non stupiamoci se potranno esserci delle spiacevoli conseguenze. Come mi ha detto un po’ di tempo fa il professor Marc Bekoff  “la natura ha sempre l’ultima parola” (Nature bats last).

Bibliografia:

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