Cari amici, voglio raccontarvi una storia… una triste storia… qualche giorno fa dopo aver fatto una passeggiata con Phoenix al lago di Giulianello, di ritorno verso la macchina, mi sono accorta che c’era un cane da pastore accovacciato vicino al bordo della strada. Cercando di capire la situazione ho realizzato che il cane aveva del sangue sotto la parte destra del collo.
Nell’avvicinarmi per vedere meglio, ho constatato però che la realtà era ben più grave, perché quel povero cane maremmano aveva lacerazioni profonde che partivano da sotto l’orecchio fino al collo, ed era evidente che stava entrando in stato di shock. Credo che quelle ferite fossero di qualche giorno, considerando l’odore pungente che emanavano e che faceva pensare a qualcosa di marcio.
Il cane era di un pastore della zona, che spesso pascolava nei campi vicino al lago e che avevo anche visto passare da lontano con il gregge qualche tempo prima.
Molto probabilmente quel cane, ferito da giorni, non era più in grado di camminare e si era accasciato lì a terra in attesa del suo destino.
Non sto a raccontarvi il giro di telefonate che ho fatto per ben tre ore affinché arrivasse qualcuno per prendere questa povera anima che mi chiedeva aiuto con gli occhi, ma purtroppo non sono riuscita a farlo curare, perché non appena ha capito che lo avrebbero catturato si è alzato con le ultime forze che aveva ed è fuggito via!
Non potete immaginare il senso di rabbia mista a frustrazione e tristezza che ho provato in quei momenti…per l’indifferenza delle istituzioni, per quella delle persone che passavano di lì e nei confronti dell’essere umano che prima ha usato quel cane e poi l’ha gettato via come spazzatura. Episodi come questo non è la prima volta che mi capitano, è la terza volta che trovo cani maremmani di greggi appartenenti a pastori, feriti gravemente e lasciati al loro destino senza alcun aiuto fisico e calore umano! Utilizzati e buttati via come se fossero fazzoletti usati…
Sono arrivata alla conclusione che chi decanta tanto la vita dei cani da pastore forse non ha capito fino in fondo che questi cani sono degli schiavi non meno di altri e che anzi, non di rado, vengono trattati anche peggio di quelli padronali e quindi non è così vero che siano più liberi e che vivano meglio dei cani di famiglia!
Quella che viene decantata come “vita libera” per i cani da pastore, non è altro che una parvenza della stessa, perché non è affatto vero che questi cani sono liberi, come non è vero che possono scegliere sempre…perché prima l’uomo li rende dipendenti per i propri bisogni, sfruttandoli fino a quando sono efficienti e poi, quando diventano un fardello inutile, li getta via come materiale di scarto!
Sono sempre più disgustata dalla specie umana e da tutto quello che è disposta a fare per appagare i propri bisogni egoistici e il proprio antropocentrismo.
Se penso ai cani liberi, quelli nati liberi, senza che debbano rendere conto ad alcun essere umano, mi vengono in mente solo i cani randagi o selvatici. Cani che dormono dove vogliono, che si accoppiano con chi vogliono, che si procurano il cibo spesso da soli e che scelgono gli individui con cui formare il proprio branco senza quasi mai dipendere fisicamente e psicologicamente da alcun umano.
Quando si parla di libertà, penso appunto a questi cani, che non devono né dare, né ricevere nulla dall’uomo, cani liberi come il vento e che scelgono ogni minuto della propria vita!
So benissimo che non è semplice vivere una vita libera, perché la libertà per ogni individuo di qualsiasi specie, uomo compreso, può avere un prezzo alto, ma se fossi un randagio non baratterei per niente al mondo la mia libertà in cambio “dell’essere di proprietà di qualcuno”, come non lo farei con la mia libertà che vivo da umana.
Anche se anticamente i cani sono stati di ausilio agli umani, per la caccia e nel lavoro, dobbiamo smettere di pensare che ne possiamo disporre come vogliamo, perché si tratta di esseri senzienti. Ogni volta che li portiamo al centro commerciale, o che facciamo fare loro delle cose che piacciono a noi, stiamo appagando i nostri bisogni e non i loro, anche se siamo in buona fede.
Sono sempre più convinta che fino a quando i cani vivranno o dipenderanno in qualche modo da noi umani non saranno MAI veramente LIBERI di scegliere ogni istante della loro vita! Per quanto amore un uomo possa concedere ad un cane, non sarà mai in grado di dargli tutto quello che desidera, quello di cui ha bisogno veramente e totalmente, come farebbe un suo simile, perché è una specie differente dalla nostra.
Dovremmo però almeno tentare di metterci in discussione, cercando di fare del tutto per rispettarli davvero e appagare ogni giorno i loro bisogni etologici (e non i nostri), iniziando magari con alcune di queste cose:
– Alimentarli in modo più naturale,
– Non vestirli come delle bambole di porcellana,
– Non metterli in situazioni spiacevoli, come posti rumorosi o troppo affollati,
– Non mettergli un guinzaglio troppo corto,
– Non fargli fare sport che piacciono solo a noi umani,
– Non farli toccare da ogni persona, soprattutto se non è una cosa per loro gradita,
– Farli camminare con le loro zampe, invece di metterli nei passeggini e nei marsupi,
– Portarli in posti più naturali, sicuramente più stimolanti e appaganti per la loro indole, invece che stressarli spesso nei centri commerciali affollati e posti prettamente antropici,
– Non mettergli uno strangolo ma uno strumento più consono,
– Non dire che li amiamo quando non ascoltiamo quello che ci stanno dicendo…
Non smetterò mai di ripetere che la libertà non è solo una prerogativa umana ma un diritto inalienabile di ogni essere vivente e fino a quando ci sarà un “padrone”, un proprietario o un possessore… esisterà sempre un individuo che vivrà una addolcita schiavitù o una parvenza di libertà!
Nessuno di noi vorrebbe rinunciare a condividere la vita con i proprio cani, però sarebbe bene cercare di “usarli” il meno possibile ed è nostro dovere rispettarli veramente per il loro modo di essere meravigliosamente cani, individui con una loro personalità, carattere ed emotività.
Ps: Nella foto un mio amico maremmano, abbandonato al lago perché forse malato.