Quando si parla di cani di razza li sento spesso definire come soggetti appartenenti ad una categoria, nella quale ogni cane, a prescindere dalla storia della sua vita, sesso, età ecc…ha comportamenti identici e bisogni specifici uguali a quelli di tutti gli altri membri della stessa razza.
Esempio: i cani da slitta amano trainare, I Labrador amano nuotare, e salvare le persone, i pastori tedeschi amano fare la guardia, i cani da caccia amano cercare la preda, i cecoslovacchi amano dominare, i border fare agility, i malinois ipo e così via…
Al di là delle specifiche peculiarità e attitudini delle razze, generalmente presenti in diversi soggetti, è bene non dimenticare che ci sono prima di tutto gli individui. Ogni cane, a prescindere dalla razza, ha una propria personalità, quindi soggettività, emotività e motivazione personale.
Non è detto che se un individuo è appartenente alla razza Labrador voglia nuotare, fare pet therapy o giocare con tutti i bambini ed essere toccato da ogni persona, come non è detto che ogni pastore tedesco voglia sempre fare la guardia ecc… anche perché le vere razze da lavoro, che un tempo erano di ausilio all’uomo, ormai quasi non esistono più, poiché sono state spesso adulterate per avere cani da expo, cani da salotto o da compagnia o peggio ancora cani maltrattati geneticamente e psicologicamente.
Spesso questa standardizzazione, o stereotipizzazione dei comportamenti dei cani appartenenti a determinate razze è più una nostra proiezione che una caratteristica vera del soggetto di una specifica razza di oggi.
Se non comprendiamo visceralmente che l’individuo che abbiamo di fronte può avere bisogni e volontà ben diverse da quello che ci hanno culturalmente fatto credere, il cane sarà sempre trattato come un oggetto al nostro servizio o per soddisfare i nostri egoistici bisogni anche se siamo convinti di rispettarlo fino in fondo.